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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 7 al 13 maggio

Questa settimana riflettori puntati sui fatti del vaping da Svezia, Canada, Stati Uniti, Australia e Unione Europea.

Canada – Studio: la sigaretta elettronica è lo strumento più efficace per smettere di fumare
La sigaretta elettronica con nicotina è più efficace per smettere di fumare dei sostituti con nicotina convenzionali e delle terapie comportamentali per la cessazione. Si tratta di un’ulteriore conferma e viene da una nuova revisione di studi, condotta da ricercatori canadesi. Il lavoro si intitola “Efficacy and Safety of E-Cigarette Use for Smoking Cessation: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials” e verrà pubblicato su The American Journal of Medicine. Gli autori sono Jeremy Y. Lewitt, Kristian B. Filion, Pauline Reynier, Celine Prell e Mark J. Eisenberg, tutti del Centro di epidemiologia del Jewish General Hospital e di diverse facoltà della McGill University a Montreal. Scopo della ricerca: stabilire l’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche per smettere di fumare. Mentre lasciamo i dettagli metodologici all’approfondimento che trovate nel link in basso all’articolo di Sigmagazine, ci concentriamo sui risultati, che dimostrano come, rispetto alle terapie convenzionali per smettere di fumare, l’uso delle sigarette elettroniche con nicotina sia associato ad un aumento dell’astinenza dal fumo, definita con i criteri più rigorosi. E, altra conferma, le e-cig con nicotina si sono rivelate più efficaci di quelle senza.

Confermata l’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare

 

Svezia – Wva in piazza per difendere il modello svedese favorevole alla riduzione del danno
La Svezia deve difendere il suo approccio di successo alla riduzione del danno. È quanto ha detto il direttore dell’associazione internazionale di consumatori World Vapers’ Alliance, Michael Landl nel corso di una manifestazione svoltasi davanti al parlamento svedese. La Svezia è il paese di maggior successo al mondo nella riduzione dei tassi di fumo, ma l’approccio svedese è sotto pressione da parte dell’Unione Europea e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per sollecitare il governo svedese a difendere il suo approccio favorevole verso prodotti alternativi come snus, vaping e sacchetti di nicotina, la Wva ha portato in piazza consumatori svedesi, proprietari di negozi di vaporizzatori e gruppi locali che supportano le politiche di riduzione del danno come EU for Snus e New Nicotine Alliance Sweden. Nel corso della manifestazione, svoltasi sotto lo slogan #BeatSmokingLikeTheSwedes, è stato sgonfiato un tubo di gomma alto 5 metri simboleggiante una sigaretta tradizionale. I discorsi che si sono succeduti hanno sottolineato il successo della Svezia nella lotta al tabagismo grazie a politiche di riduzione del danno che favoriscono l’utilizzo di prodotti del tabacco alternativi come snus, sacchetti di nicotina e vaping. I manifestanti continueranno a incoraggiare il governo svedese a difendere le sue politiche di successo contro gli attacchi dell’Ue e dell’Oms che vorrebbero imporre ulteriori restrizioni allo svapo e alle buste di nicotina e continuare a demonizzare il consumo di snus. La Svezia sta per diventare il primo paese al mondo a raggiungere un tasso giornaliero di fumatori inferiore al 5%, percentuale necessaria per essere considerato “smoking free”. Un obiettivo che sarà raggiunto con 17 anni di anticipo rispetto a quanto fissato dall’Ue.

 

Australia – Ecco le misure anti-vaping previste nella nuova legge del governo
È una dichiarazione di principi e indicazioni il budget 2023-24 del governo australiano, che contiene l’inasprimento le misure contro la sigaretta elettronica già annunciate dal governo. Si delinea la collaborazione con Stati e territori per la lotta al mercato nero dei prodotti del vaping illegali e lo stop all’importazione di e-cig senza prescrizione, si richiedono maggiori standard qualitativi minimi delle e-cig limitando gli aromi, i colori e altri ingredienti e si annuncia la riduzione delle concentrazioni e dei volumi di nicotina consentiti, nonché il divieto assoluto per tutti i dispositivi monouso. Di fatto poche novità rispetto a quello che era già trapelato dalle dichiarazioni del governo. L’ulteriore giro di vite sul vaping si innesta su una legislazione già altamente proibitiva, entrata in vigore, nell’ottobre 2021, che prevede che l’importazione dei liquidi per sigaretta elettronica con nicotina (vietati nel Paese) possa avvenire solo con ricetta del medico di base e attraverso il sito della Therapeutucs Goods Administration, l’ente regolatore del farmaco. Dati i risultati molto deludenti seguiti a queste norme nella lotta contro il fumo, resta l’impressione che il governo australiano stia preparando la strada per un nuovo, drammatico fallimento. I dettagli nell’articolo di Sigmagazine.

Australia, pubblicato il budget con le misure anti sigaretta elettronica

 

Usa – Altria raggiunge accordo per risolvere almeno 6.000 casi giudiziari relativi a Juul
Altria Group ha raggiunto un accordo sulle condizioni per risolvere almeno 6.000 casi statali e federali relativi a Juul per un valore di 235 milioni di dollari. “Anche se continuiamo a ritenere che le rivendicazioni nei nostri confronti siano prive di merito, riteniamo che questo accordo eviti l’incertezza e le spese di un lungo processo legale e sia nel migliore interesse dei nostri azionisti”, ha affermato Murray Garnick, vicepresidente esecutivo e consigliere generale di Altria. “Questo accordo porta a conclusione la stragrande maggioranza delle nostre controversie pendenti relative a Juul”, ha aggiunto Garnick. Nell’ottobre 2019, il pool giudiziario statunitense per il contenzioso multidistrettuale aveva ordinato il coordinamento o il consolidamento delle azioni legali federali individuali e collettive (le class action) relative a Juul presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per la California settentrionale. Questi casi includono circa 50 azioni di class action, circa 4.500 azioni per lesioni personali e circa 1.500 azioni perpetrate da enti governativi, inclusi circa 1.400 casi distrettuali scolastici. Tutte queste azioni sono coperte dall’accordo, così come quelle di un relativo procedimento consolidato del tribunale statale che coinvolge altri 750 casi.

 

Ue – Ultimi giorni per partecipare  alla consultazione pubblica sulla Direttiva tabacchi
Si conclude il 16 maggio la possibilità di partecipare alla consultazione pubblica per la valutazione del quadro legislativo per la lotta al tabagismo, indetta dalla Commissione europea e rivolta a tutti i cittadini europei, che vi hanno potuto partecipare sia a titolo individuale che in rappresentanza di associazioni e organizzazioni. Tale consultazione rappresenta un’altra tappa necessaria in vista della revisione della Direttiva sui prodotti del tabacco (Tpd), che regolamenta anche il settore della sigaretta elettronica. Tra gli interlocutori privilegiati la Commissione elencava in particolare i rappresentanti a vario livello delle istituzioni sanitarie e di regolamentazione, le strutture pubbliche che si occupano di controllo del tabacco, scienziati, accademici e ricercatori, Ong e tutto il mondo dell’industria, dalle associazioni di categoria, ai sindacati, alle camere di commercio. Ultimi giorni dunque per parteciparvi: la scadenza ufficiale è fissata alla mezzanotte di martedì 16 maggio. Riproponiamo il link all’articolo di Sigmagazine dello scorso febbraio, data di inizio della consultazione, che contiene alla fine il link al questionario da compilare (anche in lingua italiana) per chi intende partecipare.

Sigaretta elettronica, al via la consultazione pubblica sulla Direttiva tabacchi (Tpd)

 

Usa – Ancora uno studio sul vaping basato su dati inaffidabili, il Coehar tira le orecchie agli autori
Raccoglie una valanga di critiche dalla comunità scientifica uno studio americano sulla sigaretta elettronica. Si tratta del lavoro intitolato “Molecular imaging of pulmonary inflammation in electronica and combustible cigarette users: a pilot study” di Wetherill e altri, che mettendo a confronto gli esami radiologici dei polmoni di cinque svapatori, cinque fumatori di sigarette e cinque soggetti che non avevano mai usato nessuno dei due strumenti, traeva la conclusione che l’uso di sigarette elettroniche fosse correlato a un grado di infiammazione polmonare più elevato rispetto ai fumatori di sigarette. E che quindi fossero addirittura più dannose. La critiche più sostanziali allo studio americano arrivano dall’Italia e precisamente dal Centro di eccellenza per la riduzione del danno da fumo Coehar di Catania. Per il professor Riccardo Polosa, fondatore del centro, “la scarsa riproducibilità degli esami e il campione ristretto dello studio non permette di dare una risposta precisa e scientifica sull’infiammazione polmonare causata dal vaping proprio perché non prende in considerazione fattori fondamentali, come la pregressa abitudine tabagica degli svapatori”. Non è la prima volta che un’approssimazione metodologica produce risultati fuorvianti, soprattutto nel campo delle ricerche sul vaping. Motivo più che valido per prendere con le pinze ogni studio che tende al sensazionalismo.

Il Coehar contesta l’ennesimo studio contro la sigaretta elettronica

 

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