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Regno Unito, associazione pediatri: vietare le e-cig monouso

La proposta vede contrari molti esperti e la fondazione Ash: "Le usa il 20% di chi ha smesso di fumare. Meglio tassarle".

Non si placano nel Regno Unito le polemiche sulle sigarette elettroniche monouso, un prodotto che sta dividendo la comunità scientifica e l’opinione pubblica del paese che ha fatto dello strumento di riduzione del danno uno dei principali alleati nella lotta al fumo. Le cosiddette disposable sono estremamente utilizzate Oltremanica e questo ha sollevato forti preoccupazioni non solo sul profilo ambientale, a causa delle difficoltà del loro corretto smaltimento, ma anche per la loro diffusione fra i minori, categoria alla quale è per legge vietata la vendita.
Fu la fondazione antifumo Action on smoking and health (Ash), poco meno di un anno fa, a lanciare il primo allarme, avendo rilevato un incremento modesto ma reale nel consumo giovanile, attribuito proprio alle monouso. Da allora il dibattito nel Regno Unito non si è mai fermato, con proposte che andavano dal divieto totale per il prodotto a tassazioni ad hoc, ma in concreto si è fatto ben poco. Alcuni mesi fa il governo ha indetto una call for evidence, che si chiuderà giovedì, invitando a inviare contributi su come affrontare il problema, mentre la settimana scorsa il premier Rishi Sunak ha annunciato che chiuderà le lacune legislative che in Inghilterra consentono di offrire campioni gratuiti di prodotti per il vaping ai minori. Ma, come detto, si è ancora in fase di discussione.
Oggi, con un intervento sul British Medical Journal, è il Royal College of Paediatrics and Child Health, l’associazione dei medici pediatri, a scendere in campo, chiedendo al governo di mettere al bando tutte le sigarette elettroniche monouso, preoccupato sia dalla crescita dell’uso fra i minori e dalle sue possibili conseguenze a livello di salute che dall’impatto sull’ambiente. In una dichiarazione alla Bbc, il vicepresidente dell’associazione Mike McKean usa toni allarmati: “Temo che se non facciamo qualcosa, ci ritroveremo in una situazione di crisi”.
Ma sono in molti a non essere d’accordo con una soluzione così drastica, a cominciare proprio da Ash. Il suo presidente Nick Hopkins, docente di medicina respiratoria, ricorda che il principale problema di salute per adulti e minori è e resta il fumo. Secondo le stime di Ash, le e-cig monouso sono utilizzate dal 20% dei fumatori che hanno smesso grazie al vaping e sono uno strumento molto utile per i fumatori adulti, soprattutto quelli più anziani o con difficoltà dell’apprendimento. Inoltre, continua Hopkins, vietarle farebbe prosperare il mercato illegale, rendendo più difficile il riciclo. La proposta di Ash per risolvere il problema, già formulata lo scorso febbraio, rimane quella di rendere le disposable meno accessibili economicamente, applicando una tassa di 4-5 sterline su ogni prodotto. Questo porterebbe il loro costo in linea con i dispositivi ricaricabili, mantenendole sempre meno care del pacchetto di sigarette combustibili.
Parte attiva del dibattito è anche l’associazione britannica dell’industria del vaping UKvia. Alla fine di marzo, nelle aule del Parlamento, ha presentato il suo piano per fermare la vendita di prodotti illegali e di sigarette elettroniche ai minori. Fra le proposte c’è l’introduzione di un sistema di registrazione o di un programma di autorizzazione per rivenditori, grossisti e distributori e un aumento drastico delle sanzioni pecuniarie per chi vende ai minori e commercia in prodotti illegali. UKvia si è occupata anche del tema ambientale. All’inizio di maggio ha pubblicato il suo “Greenprint for sustainable vaping”, un piano d’azione per rendere sostenibile sul piano ambientale le e-cigarette, in particolare quelle monouso, che coinvolge tutta la filiera, dai produttori ai rivenditori e consumatori fino alla politica e chi si occupa di smaltimento dei rifiuti.
Insomma, di proposte sul campo ce ne sono davvero tante. Sta ora al governo guidato da Rishi Sunak scegliere quella che ritiene più adatta per contenere l’uso giovanile, senza depotenziare la sigaretta elettronica come strumento di lotta la fumo.

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