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Germania, Storck: “Basta ignorare le evidenze sulla sigaretta elettronica”

Dai Colloqui sulla Prevenzione di Karlsruhe l'invito dei medici a inserire lo strumento di riduzione del danno nelle linee guida sanitarie.

Continuerà ad essere compito della professione medica e della scienza ricordare alle persone che il fumo è il più grande rischio evitabile per la salute e bisognerà, allo stesso tempo, cercare il dialogo con le persone colpite e i politici che di questo si occupano. L’obiettivo comune deve essere quello di minimizzare questi rischi con tutti i mezzi disponibili, anche attraverso una strategia realistica che si basi sui diversi livelli di rischio dei prodotti a base di nicotina”. Con queste parole il professor Martin Storck, direttore della clinica di chirurgia vascolare e toracica presso la Städtische Klinikum di Karlsruhe, in Germania, ha riassunto i lavori della quarta edizione dei “Colloqui sulla prevenzione”, che si sono svolti pochi giorni fa nel suo istituto.
Quello di Storck è un nome noto a chi segue le vicende del vaping, perché è fra i non numerosissimi medici tedeschi che da molti anni invoca un cambio di passo nella politica sanitaria, riconoscendo il ruolo che la riduzione del danno e le sigarette elettroniche possono avere nella lotta al fumo. Una battaglia che, in realtà, le autorità del paese hanno sempre dato la sensazione di condurre piuttosto svogliatamente, come dimostrato – ha affermato Ute Mons, docente di Epidemiologia cardiovascolare dell’invecchiamento all’Università di Colonia – dal basso posto occupato dalla Germania nella scala del controllo del tabacco dell’Oms, che vede invece in cima l’Inghilterra, dove ci sono piani coerenti e aggiornati e politica e sanità collaborano per ridurre attivamente il numero dei fumatori.
E proprio con un occhio all’Inghilterra e alla sua promozione della sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare, il professor Backmund di Monaco, esperto di dipendenze, ha sottolineato la grande importanza del concetto di riduzione del danno in molte aree della terapia della dipendenza. Gli ha fatto eco Martin Scherer, direttore dell’Istituto e Policlinico di medicina generale presso l’Ospedale universitario di Amburgo-Eppendorf. Il medico ha sottolineato il ruolo dei medici generici nella cura dei pazienti con dipendenze, auspicando linee guida che contengano raccomandazioni chiare e attuabili per smettere di fumare e sottolineando l’importanza dei benefici delle sigarette elettroniche che contengono meno sostanze nocive. “Le crescenti evidenze scientifiche a favore delle alternative al tabacco senza combustione – ha concluso – sono ormai così convincenti da non poter più essere ignorate dalle linee guida”.
In conclusione Thomas Hering, pneumologo berlinese, e Knut Kröger, angiologo presso l’Helios Klimikum di Krefeld, hanno raccontato la routine clinica dei pazienti fumatori con danno avanzato dovuto al fumo. Bisogna sempre affrontare il problema senza toni paternalistici e condiscendenti, ma cercando di dare supporto e motivare i pazienti. E, hanno convenuto i due, i fumatori che non vogliono o non riescono a smettere, non devono essere lasciati soli. In questo contesto, quindi, è eticamente giustificabile e necessario affrontare la questione della riduzione del danno. Il grosso errore, conclude Hering, è non offrire nulla a questi pazienti.

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