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Svapo e minori in UK, il Royal College of Physicians difende gli aromi

L'associazione dei medici interviene nel dibattito: aumentare il prezzo delle monouso e fare più controlli. No ad altre restrizioni.

Non limitare i gusti nelle sigarette elettroniche e non applicare importanti restrizioni all’accessibilità dei prodotti del vaping. Sono questi due fra i suggerimenti che il Royal College of Physicians, l’associazione dei medici britannici, ha inserito nella sua risposta alla call for evidence del governo. Nell’ultimo anno il Regno Unito ha visto un contenuto ma concreto aumento del vaping fra i minori, dovuto soprattutto alla diffusione dei dispositivi monouso. Deciso a fermare il fenomeno prima che diventi un problema, senza depotenziare i progressi nella lotta al fumo, l’esecutivo Sunak lo scorso aprile aveva richiesto contributi scritti allo scopo di “individuare strategie per ridurre il numero dei minori che hanno accesso a e utilizzano le e-cigarette, garantendo al contempo che queste rimangano facilmente disponibili ai fumatori adulti come strumento per smettere di fumare”.
Alla consultazione ha preso parte anche il Royal College of Physicians, istituzione che ormai da molti anni promuove la sigaretta elettronica fra i fumatori. Nella sua risposta, l’associazione ribadisce che le e-cigarette sono un trattamento efficace per la dipendenza dal tabacco e insiste sulla necessità di condurre campagne informative sulla sua utilità come strumento per la cessazione o come sostituto del fumo, correggendo le false percezioni sulla sua sicurezza rispetto alle sigarette tradizionali.
Per quanto riguarda specificatamente il problema minori, l’associazione dei medici mette dei punti fermi. Si dichiara favorevole all’intenzione del governo di mettere mano alla legge, in modo da vietare la possibilità di offrire gratuitamente sigarette elettroniche a chi ha meno di 18 anni. Soprattutto, si schiera con la fondazione Action on smoking and health (Ash), quando chiede l’applicazione di una tassa specifica sui dispostivi monouso (che sono quelli più usati dai giovani), in modo da elevarne il prezzo finale. Chiede poi maggiori investimenti alle autorità locali e alle agenzie preposte per incrementare i controlli sulle vendite di sigarette elettroniche ai minori o di prodotti di provenienza illegale.
Ma il Royal College of Physicians si dichiara contrario a tutte le ipotesi di limitazioni circolate finora, come la richiesta di bandire dal mercato le disposable avanzata all’inizio di questa settimana dall’associazione dei pediatri. “Restringere in maniera più ampia l’accesso ai prodotti del vaping regolamentati – scrive l’associazione – può avere la conseguenza indesiderata di limitare l’accesso alle persone che cercano di smettere di fumare e far ricadere nel fumo gli ex fumatori”. Come detto, anche sugli aromi diversi dal tabacco il documento ha una posizione netta. “Non è raccomandato – si legge – limitare la varietà dei gusti accessibili agli adulti. L’uso di aromi da parte di adulti che cercano di smettere di fumare è parte integrante dell’efficacia della sigaretta elettronica come aiuto per smettere di fumare”.
Non applicare misure che rendono più difficile agli adulti smettere di fumare è importante, secondo l’associazione, anche in ottica minori. Negli ultimi decenni, continua il documento, c’è stato un forte calo del consumo di tabacco combusto tra i più giovani e le evidenze scientifiche dimostrano che il fumo minorile aumenta se i genitori o altri familiari fumano. “È quindi importante – conclude il Royal College of Physicians – considerare tutte le possibili conseguenze indesiderate derivanti dalla riduzione dei tassi di abbandono negli adulti (per esempio limitando l’accesso ai prodotti del vaping per gli adulti che utilizzano la sigaretta elettronica per smettere di fumare)”.

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