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UK, commissione parlamentare chiede limitazioni per le sigarette elettroniche

Scienziati ed esperti esprimono perplessità: si corre il rischio di scoraggiare i fumatori dal passare alla sigaretta elettronica.

La Commissione per la salute e gli affari sociali della Camera dei comuni del Parlamento inglese ha inviato una lettera al Ministro della salute Steve Barclay per chiedere misure restrittive sulle sigarette elettroniche. Il tema della diffusione dei dispositivi monouso fra i minori è molto caldo nel Regno Unito e ha dato forte impeto agli oppositori del vaping, che esistono anche nel Paese più vape-friedly del mondo. Fra questi, però, non può certo essere annoverato Steve Brine, presidente dell’Health and Social Care Committee e già sottosegretario alla salute, che più volte in passato aveva descritto le sigarette elettroniche come un utile strumento per aiutare i fumatori a smettere.

Steve Brine

Eppure porta la sua firma la missiva a Barclay, giunta dopo l’audizione sullo svapo giovanile dello scorso 28 giugno, che aveva suscitato la reazione critica dell’associazione dei consumatori del Regno Unito. In una lettera alla stessa Commissione, New Nicotine Alliance si era dichiarata “profondamente delusa”, denunciando quelle che definiva “affermazioni errate, miti, convinzioni senza fondamento e persino semplici falsità espresse da parlamentari e relatori”. E aveva ribattuto sui punti principali, ricerche scientifiche alla mano, insinuando il timore che l’uso giovanile fosse in realtà un grimaldello degli oppositori del vaping per perseguire divieti e proibizioni di più vasta portata.
Di certo c’è che durante l’audizione hanno trovato tribuna vecchie leggende metropolitane sulla sigaretta elettronica, dal fatto che provoca il popcorn lung all’antigelo contenuto nei liquidi (citato anche nella lettera di Brine), fino ad arrivare a mettere in dubbio la riduzione del danno del 95% rispetto al fumo, stabilita da Public Health England e mai scientificamente confutata. Insomma, discussioni che si pensava di essersi lasciate alle spalle e che, soprattutto, che mai ci si aspettava di dover ascoltare nel Parlamento inglese.
Ma tant’è. E alla fine di tutto questo, la commissione salute chiama in causa il governo con tre raccomandazioni. Prima di tutto prendere in considerazione di applicare alle sigarette elettroniche le stesse restrizioni su packaging e marketing previste per i prodotti del tabacco. Poi rivedere le risorse e i poteri del Trading Standards (l’ente governativo che si occupa di combattere pratiche commerciali illegali e monitorare la sicurezza dei prodotti, ndr) per impedire che le e-cigarette vengano vendute ai minori. Infine si chiede all’esecutivo di valutare l’impatto sui minori e sui fumatori a basso reddito di una tassa sulle sigarette elettroniche monouso, anche per impedire importazioni di prodotti illegali. Proposte in parte anche di buon senso, ma condite da abbondante retorica allarmistica.
Riteniamo – scrive ancora la commissione – che il governo sia in grado di attuare una comunicazione sanitaria e un approccio normativo che mantengano i vaporizzatori fuori dalla vista e dalla portata dei minori e che enfatizzi il loro valore potenziale come strumento per aiutare i fumatori a smettere. Il fondamento di questo dovrebbe essere approccio neutro, confezione neutra, e buoni avvisi sulla salute pubblica”.

Lion Shahab

Ma che questa sia la strada giusta non è la convinzione di alcuni dei maggiori esperti di lotta al fumo del Pese che, con garbo britannico, muovono alcune critiche alle proposte della commissione. Lion Shahab, docente di Psicologia della salute e condirettore del Tobacco and Alcohol Research Group presso lo University College London, concorda sull’importanza di trovare un equilibrio fra i vantaggi che le sigarette elettroniche offrono ai fumatori adulti e il potenziale rischio del consumo giovanile e giudica alcune delle proposte molto sensate. Ma poi puntualizza: “la lettera chiede restrizioni sul packaging e il marketing dei vaporizzatori, simili a quelle che si applicano ai prodotti del tabacco. Tuttavia, il diavolo è nei dettagli. Le sigarette elettroniche, gli aromi e le pubblicità dai colori vivaci che possono attirare i minori devono essere limitate, ma è importante che non venga stabilita alcuna equivalenza normativa con le sigarette”. Questo perché, continua, le sigarette elettroniche hanno fortemente contribuito a ridurre i tassi di fumo nella popolazione adulta ma la recente copertura negativa dei media ha fatto sì che, anche tra i fumatori, quasi il 60% ora ritenga chele sigarette elettroniche siano altrettanto o più dannose di quelle tradizionali.
Shahab invita alla cautela anche sulle e-cig monouso, il cui consumo è sì in aumento fra i giovani, ma che sono anche utilizzate da molti fumatori che cercano di smettere di fumare. Bisogna poi stare attenti alle conseguenze indesiderate di aumenti dei prezzi e limitazioni sugli aromi. Studi americani, ricorda, hanno dimostrato che queste misure fanno diminuire l’uso della sigaretta elettronica, ma al costo di aumentare il fumo. Insomma, è necessario che il governo trovi la giusta via di mezzo, conclude Shahab, per fare in modo che le sigarette elettroniche siano disponibili e attraenti per i fumatori adulti, limitando l’accesso ai minori.
Contraria alle limitazioni sui gusti delle sigarette elettroniche è anche Sarah Jackson, ricercatrice senior sempre presso il Tobacco and Alcohol Research Group dello University College London. “Gli aromi – afferma – sono un aspetto importante per attirare i fumatori adulti”. Né crede che sia utile vietare i dispositivi monouso, rischiando di indirizzare la domanda di questi prodotti verso un mercato nero non regolamentato. Secondo Jackson una soluzione percorribile sarebbe portare il costo delle monouso in linea con quello delle sigarette elettroniche ricaricabili. “Così – conclude – ci sarebbe ancora un notevole risparmio per i fumatori, mentre sarebbero meno convenienti per i giovani”. A favore di una tassa di 5 sterline (come proposto dalla fondazione Ash) sulle monouso è anche Nick Hopkinson, docente di Medicina respiratoria presso l’Imperial College London. “Le evidenze scientifiche sono chiare, le sigarette elettroniche sono molto più sicure del fumo”, afferma. “Dobbiamo garantire che esse rimangano accessibili a i fumatori mentre adottiamo misure per fermare lo svapo fra i minori”, conclude.
La risposta di Steve Barclay alla Commissione salute dovrebbe arrivare entro il 18 agosto. Vedremo allora quale strada sceglierà di percorrere il governo britannico.

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