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Tirelli: i divieti hanno fallito, spazio a e-cigarette e riscaldatori

Secondo l'oncologo bisogna insegnare ai fumatori a separare la nicotina dai prodotti della combustione del tabacco.

Siamo dell’idea che la principale preoccupazione riguardo i rischi per la salute derivanti dal fumo in Italia risieda nel “problema della combustione” del tabacco e non nella nicotina in sé. La nicotina non è il vero nemico quando si parla dei danni legati al fumo e crediamo che questo messaggio debba essere molto più sottolineato nel dibattito scientifico sul rischio per la salute associato alle sigarette, in Italia”. Autori di queste parole sono Umberto Tirelli, dell’Unità di oncologia clinica del Tirelli Medical Group e già direttore dell’Istituto oncologico di Aviano, e Salvatore Chirumbolo, docente presso il Dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione dell’Università di Verona. I due prendono spunto da una riflessione sulla nicotina del professore inglese Lion Shahab pubblicata su Nicotine and Tobacco Research, per inviare il loro punto di vista che la stessa rivista ha al momento pubblicato come “accepted manuscript” (cioè prima ancora della revisione editoriale) con il titolo “In Italy banning smoking has not worked. How crucial are new nicotine-delivery devices in reducing tobacco-related health risk?”.
La tesi dei due professori è, in breve, che, avendo nel nostro Paese sostanzialmente fallito le diverse politiche contro il fumo, bisognerebbe guardare con attenzione ai prodotti alternativi con nicotina che consentono una notevole riduzione del rischio. “Le sigarette elettroniche e i prodotti che riscaldano il tabacco – scrivono – sono due alternative alle sigarette convenzionali che si ritiene riducano drasticamente l’impatto delle numerose conseguenze sulla salute, in particolare i tumori, dovute all’abitudine al fumo”. Un altro errore della politica italiana sul fumo, continuano, è quello di considerare la nicotina il principale nemico per l’abitudine tabagica. È vero che questa sostanza non è completamente innocua e causa dipendenza, ma – spiegano Tirelli e Chirumbolo – “i veri fattori di rischio per la salute e causa di cancro sono i composti chimici generati della combustione del tabacco, come l’acido cianidrico, la formaldeide, il monossido di carbonio, i fenoli, gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e le nitrosammine del tabacco (Tsna)”.
Naturalmente la scelta migliore rimane quella di smettere di fumare ma, spiegano gli autori, il problema della dipendenza rende questa scelta particolarmente difficile. Dunque, secondo Tirelli e Chirumbolo, “la vera alternativa a fumare consiste nel riscaldare la nicotina negli e-liquid o nel tabacco, invece di consumarla tramite combustione”. Una opzione che però, continuano, in Italia è trascurata, così come la corretta informazione dei fumatori sulle alternative. Una tendenza che bisognerebbe invertire. “I politici italiani – concludono infatti i due – dovrebbero sostenere la scienza che si occupa di tabacco nel reperimento di dati sui nuovi prodotti alternativi al fumo, insegnando ai cittadini a prendersi cura della propria salute e sicurezza e prevenendo così l’incidenza e la mortalità del cancro”.

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