Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Il grido di dolore dei negozianti di sigarette elettroniche

Drastica presa di posizione dell'associazione UniEcig: "Basta balcanizzare il mercato, vogliamo prodotti notificati e formati standardizzati".

Il mercato del vaping italiano è di nuovo in subbuglio. I sequestri avvenuti negli ultimi mesi a carico di alcuni negozi e grandi distributori hanno sollevato dubbi sulla liceità dei liquidi e degli aromi venduti in flaconi non interamente pieni, spingendo di fatto alcuni produttori a interromperne la distribuzione. Alla luce dei cambiamenti in atto e degli scenari commerciali futuri ancora incerti, l’associazione dei negozianti UniEcig lancia un appello di uniformità destinato agli anelli superiori della catena produttiva: notificare tutti i prodotti in vendita così da essere dotati di contrassegno fiscale del Monopolio di Stato.
Come al solito – debutta la presidente Antonella Panuzzo – è sempre molto difficile trovare una sintesi comune e uniformarsi in una unica direzione. Ogni produttore adotterà in maniera autonoma la propria soluzione e, di conseguenza, i rivenditori si ritroveranno a dover gestire una miriade di formati diversi che genereranno grande confusione per loro stessi e per i consumatori.

Antonella Panuzzo, avvocato, dal 2017 è presidente dall’associazione UniEcig.

La maggiore preoccupazione in tutto questo è che questi nuovi formati potrebbero comunque non essere esenti da rischi vista la lettura differente che ogni azienda produttrice ha dato alle normative vigenti. La nostra associazione UniEcig ha raccolto il malcontento e il disagio dei rivenditori stanchi di lavorare nell’incertezza e nel rischio di subire sequestri o sanzioni. A questo si aggiunge la difficoltà di dover gestire una miriade di formati diversi proposti dalle aziende produttrici che non riescono ad accordarsi su una linea comune. Tutto ciò genera enormi difficoltà gestionali e soprattutto poca chiarezza e fiducia per gli utenti finali.
Con l’intento di far sentire forte e chiara la voce dei negozianti, di fatto spina dorsale del settore, abbiamo chiesto agli associati quali sarebbero i formati di liquidi che vorrebbero trattare nei propri punti vendita.  Dalla riunione è emerso che la maggioranza degli intervenuti non è più disposta a dover cestinare di volta in volta, a seconda del cambiamento della normativa e senza alcuna garanzia, gran parte delle giacenze all’interno dei negozi e chiede di mettere ordine al caos creato dai produttori con gli innumerevoli formati della loro proposta di liquidi e aromi. Emerge con forza quindi, la necessità che le aziende produttrici si assumano ogni responsabilità riguardante i prodotti che introducono nel mercato italiano, i rivenditori chiedono di essere tutelati e inattaccabili per ogni tipo di merce che viene loro proposta.

Un incontro di formazione coordinato da UniEcig dedicato ai negozianti di sigarette elettroniche (foto archivio Best Edizioni)

Durante la riunione, ai partecipanti è stata offerta la possibilità di esprimere la propria opinione su questo argomento attraverso un modulo compilabile online, successivamente inviato anche agli associati che non erano presenti all’assemblea. Come ci aspettavamo, la partecipazione è stata molto elevata, dimostrando che per i rivenditori specializzati questa è una questione di interesse e importanza fondamentali. L’aspetto di maggior rilievo è rappresentato dal fatto che il 76% di coloro che hanno partecipato, vorrebbero vendere all’interno dei loro negozi prodotti con contrassegno. Come associazione riteniamo che questo dato sia molto importante, a simboleggiare che i rivenditori, oggi più consapevoli, hanno maturato, da una parte la necessità di proporre alla propria clientela dei formati il più possibile standardizzati, dall’altra la consapevolezza che il settore ha bisogno di regole da rispettare per permettere a tutti di svolgere il proprio lavoro in totale tranquillità. Preso atto di questa posizione – conlude Panuzzo – la stessa verrà ora portata all’attenzione delle ditte produttrici con la speranza che esse possano adeguare la loro offerta e garantire maggiore tranquillità ai negozianti”.

LEGGI ANCHE:

Finanza sequestra liquidi scomposti: escamotage per eludere il fisco

Liquidi pronti o aromi da diluire: tertium non datur

Posso aiutare i clienti a completare in negozio i liquidi scomposti?

Articoli correlati