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Lotta al fumo, le politiche di prevenzione dell’Oms sono insufficienti

Lo scienziato Lars Ramström: sostituire le sigarette con prodotti meno dannosi come snus e sigarette elettroniche può salvare vite umane.

La decima Conferenza delle parti del prossimo novembre potrebbe rappresentare un’opportunità per i Paesi che aderiscono alla Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) per sollecitare l’Organizzazione mondiale di sanità ad applicare le chiare evidenze che indicano che sostituire le sigarette con prodotti meno dannosi può salvare vite umane”. A formulare questo auspicio, a due mesi dall’inizio dei lavori della Cop10 di Panama, è Lars Ramström, nome noto a livello internazionale della lotta al fumo e direttore dell’Istituto per gli studi sul tabacco di Taby, in Svezia. Lo scienziato affida le sue riflessioni a un commento intitolato “The WHO Strategies to reduce tobacco-related deaths are insufficient”, dove critica fortemente le posizioni dell’Oms e dell’Fctc verso i prodotti a rischio ridotto: sigarette elettroniche, snus, riscaldatori di tabacco e bustine di nicotina.

Lars Ramström

Da quando la Convenzione quadro per il controllo del tabacco è stata adottata nel 2005, il fumo continua ad essere la prima causa prevenibile di morte e di malattie. E mentre il consumo annuo di sigarette è diminuito nei Paesi ad alto reddito, è aumentato in quelli a basso e medio reddito e in Asia. Servono dunque politiche di controllo del tabacco molto più efficaci. La Cop 10 di Panama, spiega Ramström, avrà come centro del dibattito proprio la gestione da parte dei governi nazionali di questi nuovi prodotti. L’Oms ritiene che essi rappresentino un nuovo pericolo per la salute pubblica e invita i Paesi a vietarli del tutto o a sottoporli alle stesse restrizioni delle tradizionali sigarette a tabacco combusto. “Eppure – commenta lo scienziato – un numero crescente di scienziati e governi nazionali ritiene che questi prodotti alternativi rappresentino un’opportunità in grado di accelerare la scomparsa del fumo”. Non bruciando tabacco, continua, sono molto meno dannosi del fumo e, nella misura in cui possono fungere da sostituti, possono eliminare il fumo e migliorare la salute pubblica.
Una prova dei benefici che i prodotti senza combustione di tabacco possono portare alla salute pubblica arriva proprio dalla Svezia. Il Paese ha la più bassa prevalenza di fumatori maschi dell’Unione europea e, di conseguenza, la più bassa mortalità fumo-correlata. Questo perché nei decenni passati i fumatori hanno abbandonato le sigarette tradizionali e hanno adottato lo snus. I dati oggi dimostrano che in Svezia la crescente iniziazione al consumo di snus è stata accompagnata da una diminuzione dell’iniziazione al fumo e da una percentuale crescente di non-iniziazione al consumo di tabacco; i fumatori che hanno iniziato a consumare quotidianamente snus hanno molte più probabilità di smettere di fumare rispetto a quelli che non consumano snus; lo snus, come aiuto autosomministrato per smettere di fumare, funziona meglio di gomme alla nicotina o cerotti.
La Norvegia, continua Lars Ramström, sta seguendo la stessa strada della Svezia grazie allo snus, in Giappone si è registrato un calo senza precedenti dei fumatori che sono passati al tabacco riscaldato e la Nuova Zelanda con l’introduzione della sigaretta elettronica ha registrato un rapido calo dei tassi di fumo anche fra le popolazioni dove avevano fallito gli interventi tradizionali. Persino negli Stati Uniti, nonostante le preoccupazioni per l’uso giovanile, i dati sono positivi: la sperimentazione giovanile non si traduce in un maggior numero di giovani adulti che usano nicotina o fumano e anzi il calo maggiore del fumo si registra tra i giovani adulti, la popolazione con un’elevata diffusione dell’e-cig, con un consumo complessivo di nicotina (svapo e fumo) che diminuisce più rapidamente rispetto ad altri gruppi di età.
Nonostante questi dati, l’Oms continua a opporsi all’uso di prodotti con nicotina a rischio ridotto, sostenendo che i benefici non siano stati dimostrati, evidenziandone possibili rischi e minimizzando le evidenze sui loro vantaggi. Una posizione che potrebbe essere controproducente, portando a un aumento del fumo e scoraggiando i fumatori dal passare alle alternative meno dannose. Per questo, auspica Ramström, la prossima Cop10 deve essere un’occasione per guardare alle più recenti evidenze con mente aperta. “Dopotutto – commenta – se la Svezia avesse seguito il consiglio dell’Oms di vent’anni fa e avesse vietato lo snus, i decessi legati al tabacco in Svezia sarebbero stati molto più alti, e l’unico beneficiario involontario di tale consiglio sarebbe stata l’industria delle sigarette”.

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