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Sono cinquantatré, fra cui anche l’italiana Anpvu, le associazioni di consumatori di sigarette elettroniche e prodotti a rischio ridotto che firmano una lettera aperta all’alto commissario per i diritti umani delle Nazioni unite, l’austriaco Volker Türk. La missiva arriva in vista della decima Conferenza delle parti (Cop10) della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Oms, in programma alla fine di novembre a Panama. E chiama in causa Türk, perché il diritto alla salute, riconosciuto in trattati e documenti dell’Onu e nella costituzione dell’Organizzazione mondiale di sanità e dell’Fctc, è un diritto umano a tutti gli effetti.
“Fondamentale per il diritto alla salute – aggiungono le associazioni – è consentire agli adulti che fumano di accedere ad alternative più sicure, poiché nessuna persona può raggiungere il massimo livello di salute possibile se non ne ha la capacità controllare la propria salute e il proprio corpo, senza interferenze. Il diritto alla salute è strettamente correlato anche al diritto all’informazione, al diritto di accesso a informazioni affidabili e adeguate che consentano di compiere scelte informate”. Passando dal tabacco combusto alle alternative più sicure, continua la lettera, i fumatori riducono il danno causato dal fumo, una decisione che rappresenta una espressione legittima del diritto alla salute.
L’Ufficio per i diritti umani dell’Onu ha riconosciuto la riduzione del danno per quanto riguarda il consumo di droghe, ma ancora non fa lo stesso per il fumo. E non lo fa nemmeno la Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms che, anzi, incoraggia i governi a vietare i prodotti a rischio ridotto o a equipararli al fumo. Le associazioni portano a Türk l’esempio della Svezia, che ha sconfitto il fumo proprio garantendo ampio accesso ai prodotti alternativi ed esprimono preoccupazione perché l’Oms ha invece portato ad esempio il Turkmenistan come Paese che sta facendo passi da gigante nel suo cammino per diventare “senza fumo”. Uno Stato totalitario, dove non sono ammessi i partiti di opposizione, non può essere considerato un faro per il resto del mondo, si legge nella lettera.
Durante la Cop10 di Panama si discuterà anche del contributo della Convenzione quadro alla promozione e al rispetto dei diritti umani. “L’occasione perfetta – scrivono le associazioni – per riconoscere inequivocabilmente la riduzione del danno da fumo come strategia legittima, basata sulle evidenze scientifiche”. E, proprio perché la riduzione del danno rientra fra i diritti umani, nella lettera si formulano delle precise richieste all’alto commissario Türk. Le associazioni chiedono prima di tutto che incoraggi l’Oms a riconoscere la riduzione dal danno da fumo e a inserirla nelle linee guida della convenzione, rivedendo le sue posizioni sui prodotti a danno ridotto. Le altre due richieste riguardano direttamente la Cop10 di Panama. Türk dovrebbe favorire la partecipazione dei gruppi di consumatori, ad oggi non ammessi ai lavori, e inviare un rappresentante dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani.
“Ci auguriamo che prenderà in seria considerazione la nostra lettera – concludono le associazioni – Noi siamo pronti a collaborare con lei e con il su Ufficio su questa questione di reciproco interesse, convinti di poter fare la differenza, salvare vite umane e migliorare la salute di milioni di fumatori in tutto il mondo”.