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Una revisione sistematica condotta da un’equipe di scienziati francesi ha cercato di determinare il motivo di una evidente contraddizione negli studi sulla sigaretta elettronica. E cioè che, mentre molti studi longitudinali rintracciano un nesso di causalità fra l’uso dell’e-cig e la successiva iniziazione al fumo, gli studi epidemiologici e i dati reali mostrano un forte calo del fumo che va di pari passo alla diffusione del vaping. Una discrepanza di cui si occupa il lavoro pubblicato su International Journal of Environmental Research anc Public Health, intitolato “Systematic Review and Critical Analysis of Longitudinal Studies Assessing Effect of E-Cigarettes on Cigarette Initiation among Adolescent Never-Smokers”. Il primo autore è il famoso pneumologo e tabaccologo Bertrand Dautzenberg, coadiuvato da cinque colleghi esperti di tabaccologia di diversi ospedali e atenei francesi.
Secondo gli autori della revisione, che hanno selezionato 84 pubblicazioni sull’associazione vaping/fumo negli adolescenti, la discrepanza è dovuta ad un errore metodologico degli studi esaminati. In pratica 23 di questi lavori si concentravano solo su delle sotto-coorti di non fumatori, escludendo sia il 64,3% degli sperimentatori di e-cigarette che facevano un uso duale con quelle di tabacco, sia il 74,1% di sperimentatori di sigarette a combustione. “In questo modo – spiegano gli autori – le sigarette elettroniche contribuiscono solo al 5,3% della sperimentazione con le sigarette, sollevando grossi dubbi sulla validità dei risultati e sulle conclusioni degli autori, secondo cui le sigarette elettroniche hanno un effetto significativo sull’iniziazione del fumo (effetto Gateway) a livello di popolazione”. Inoltre questa impostazione impedisce di identificare qualsiasi effetto di allontanamento dal fumo, che è invece il meccanismo più probabile visto che sigaretta elettronica e di tabacco sono prodotti in competizione fra loro.
“Dopo 1500 ore di lavoro – scrive Dautzemberg sul suo profilo X (ex Twitter) – abbiamo smentito le 23 pubblicazioni scientifiche che concludevano che tra gli adolescenti lo svapo era una porta verso le sigarette, mentre i loro dati spiegano al massimo il 5,3% della sperimentazione sulle sigarette e trascurano l’effetto opposto”. L’errore metodologico era così grande (il classico elefante nella stanza), continua, che nessuno l’aveva visto prima della nostra riunione sistematica. “No – conclude lo pneumologo – il vaping non è una porta di ingresso verso il fumo per gli adolescenti, sembra anzi soprattutto funzionare da dissuasore”.
La revisione nelle sue conclusioni, ammonisce anche i legislatori: “Sebbene l’astinenza da nicotina rimanga la migliore opzione medica, l’eccessiva regolamentazione delle sigarette elettroniche tra i giovani, causata da un’errata interpretazione dei risultati degli studi longitudinali, può essere dannosa per la salute pubblica e il controllo del tabacco”.