Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Oms, rimandata la Cop10 di Panama sul controllo del tabacco

A causa delle proteste in corso e della situazione instabile del Paese, non è possibile garantire la sicurezza delle delegazioni.

La notizia, che era nell’aria da qualche giorno, è stata ufficializzata ieri sera con un comunicato ufficiale del segretariato della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Oms. La decima Conferenza delle parti della convenzione, in programma dal 20 al 25 novembre prossimi a Panama, è rinviata al prossimo anno. “Con lettera dell’8 novembre 2023 – comunica il segretariato – il Paese ospitante della Cop10 e della Mop3 (il Protocollo per l’eliminazione del commercio illegale dei prodotti del tabacco, ndr), Panama, ha informato il segretariato della Convenzione che, alla luce dell’attuale situazione che il Paese sta affrontando e del suo potenziale impatto sulla sicurezza dei delegati e sullo svolgimento delle riunioni internazionali, non è più possibile convocare la decima sessione della Conferenza delle Parti (Cop10) e la terza sessione della Riunione delle Parti (Mop3) dal 20 al 25 novembre 2023 e dal 27 al 30 novembre 2023. Panama ha inoltre richiesto la collaborazione del segretariato della Convenzione nel rinviare la Cop10 e la Mop3 all’inizio del 2024”.
Alla luce di questa comunicazione, al segretariato non è rimasto altro da fare se non prendere atto della situazione e rimandare la Cop10 di alcuni mesi. Non è escluso però, si legge sempre nel comunicato, che per “garantire la continuità delle operazioni del Segretariato della Convenzione rispetto al piano di lavoro e al bilancio della Cop e del Mop per il periodo finanziario 2024-2025, possibilmente attraverso l’organizzazione di un incontro virtuale de minimis sessione del COP10 e del Mop3”.
Nella sua comunicazione il segretariato non fa menzione di uno spostamento di sede per la Cop10, anche se la situazione di Panama è tutt’altro che rassicurante. Da mesi sono in corso proteste e manifestazioni della popolazione, dovute alla concessione da parte del governo a una compagnia mineraria canadese di sfruttare una parte della foresta pluviale panamense per l’estrazione del rame. I manifestanti si sono scontrati con la polizia e l’esercito. La popolazione sta affrontando razionamenti di carburante, gas e cibo e Bbc World riporta che “un tale livello del conflitto – massiccio e prolungato – non si vedeva dai tempi della dittatura di Manuel Antonio Noriega”.
Non solo. Appena tre giorni fa l’attentissimo sito CopWatch, citando il quotidiano locale La Prensa, aveva riportato l’annullamento del contratto di quasi 5 milioni di dollari fra il Ministero della salute e il Consorzio della Cop10 per l’organizzazione della conferenza. Già la scorsa estate, quando era stata resa nota la cifra del contratto, a Panama si erano alzate proteste per l’entità della cifra, che avrebbe potuto essere destinata a necessità più urgenti proprio in campo sanitario. “Secondo le notizie – scriveva CopWatch il 7 novembre – il consorzio ha calcolato costi aggiuntivi e ha richiesto altri 2 milioni di dollari al governo”. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “La richiesta è stata prontamente respinta – continua CopWatch – presumibilmente a causa della pressione politica creata dal finanziamento. A quel punto il consorzio, altrettanto tempestivamente, ha rescisso il contratto”.
Insomma, a soli dieci giorni dall’inizio dei lavori, non c’è stata altra scelta che cancellare la prevista Cop10 per il controllo del tabacco. La Convenzione e l’Organizzazione mondiale di sanità non ci fanno una bella figura. Ma il rinvio darà l’occasione a tutti i sostenitori della riduzione del danno da fumo e della sigaretta elettronica – associazioni, consumatori, esperti e scienziati – di avere ancora del tempo per rappresentare le loro ragioni, cercando di arginare le posizioni proibizioniste dell’Oms.

Articoli correlati