Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

UK: nuova guida conferma la fiducia nella sigaretta elettronica

Nel lavoro dell'Ncsct destinato agli operatori della salute una panoramica di tutte le questioni scientifiche e sanitarie sul vaping.

La sigaretta elettronica ha un ruolo nell’aiutare le persone a smettere di fumare, a ridurre i danni derivanti dal fumo e a gestire l’astinenza temporanea. Le organizzazioni possono prefiggersi la missione di diventare servizi “vape friendly”. I singoli professionisti sanitari possono cogliere l’opportunità offerta dai vaporizzatori di trasformare la vita di coloro che fumano”. Sono queste le conclusioni della nuova versione (la terza) del documento intitolato “Vaping: a guide for health and social care professionals”, appena pubblicato dal britannico National Centre for Smoking Cessation and Training (Ncsct). Gli autori sono Andy McEwen, Hayden McRobbie, Louise Ross e Kirstie Soar, con il contributo scientifico di Lynne Dawkins, Jamie Hartmann Boyce e Caitlin Notley.
Questo aggiornamento giunge sette anni dopo l’ultima versione, quella del 2016, e si arricchisce quindi della grande quantità di ricerche scientifiche e di revisioni che hanno visto la luce in questi anni. E proprio in onore alla scienza, nell’introduzione si afferma che “ognuno ha diritto ad avere le proprie opinioni, ma non i propri fatti”, come dire che ormai sono i fatti a parlare sul vaping. Il documento è principalmente destinato agli operatori sanitari e agli Stop smoking services, i centri antifumo d’Oltremanica, e proprio per questo, nelle sue 55 pagine copre moltissimi aspetti, cercando di evidenziare che il vaping è molto diverso dal fumo. E lo è, come vedremo, sotto tutti gli aspetti presi in considerazione dall’Ncsct.
Per quanto riguarda la salute, il documento lamenta la tendenza a concentrarsi sui teorici rischi a lungo termine del vaping, senza considerare abbastanza ai suoi benefici sulla salute. Eppure, si afferma citando l’Office for Health Improvement and Disparities, “nel medio e lungo termine il vaping comporta una piccola frazione dei rischi del fumo”. In particolare il rischio di cancro è considerabilmente più basso, grazie alla minore esposizione a sostanze tossiche, misurata dai relativi biomarcatori.
Non solo. I fumatori abituali che passano ai vaporizzatori ottengono anche significativi miglioramenti a livello cardiovascolare, mentre altri studi dimostrano che lo svapo regolare a lungo termine migliori molte patologie fumo-correlate come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e l’asma e che lo svapo quotidiano in persone che non hanno mai fumato non comporta deterioramenti della funzione polmonare né segni di sviluppo di sintomi respiratori o di infiammazione polmonare. A livello teorico, ammette il documento, è possibile che lo svapo a lungo termine possa comportare dei rischi. “Tuttavia – conclude l’Ncsct – è molto probabile che questi rischi siano significativamente inferiori rispetto ai rischi del fumo e bassi in termini assoluti”.
Il documento si occupa anche dello svapo fra i minori, tema che negli ultimi tempi anima il dibattito britannico. Citando i dati di Ash, il documento conclude che quello fra i minori è soprattutto un uso sperimentale, indirizzato verso i dispositivi monouso, mentre l’uso più regolare riguarda soprattutto quegli adolescenti che fumano o che fumavano. “Anche se è preferibile che i giovani non fumino né svapino – si legge nel documento – nella valutazione dei rischi, si dovrebbe dare priorità sostenere i giovani a non fumare”.
E a questo punto l’Ncsct smentisce anche la teoria che il vaping introduce al fumo, il cosiddetto effetto gateway. “Se questa ipotesi fosse stata vera – scrivono – ci saremmo aspettati di vedere un aumento del fumo, quando in realtà il fumo tra i giovani (e gli adulti) è in generale calo dal 2010”. Insomma, come scrive nella prefazione il sottosegretario alla salute Neil O’Brien, il tema minori non deve impedire di aiutare i fumatori adulti. “La nostra politica sul vaping – scrive – ha due obiettivi, a volte in tensione ma mai in conflitto, per massimizzare le opportunità di aiutare i fumatori a smettere di fumare, impedendo ai giovani e ai non fumatori di iniziare a svapare. Non sono mai in conflitto perché condividono la missione finale di ridurre i danni e migliorare la salute”.
Il documento fornisce poi una serie di consigli pratici agli operatori sanitari e ai centri antifumo per assistere i fumatori nel loro percorso di cessazione del fumo con la sigaretta elettronica e si conclude con una smentita di falsi miti sul vaping e di notizie media allarmistiche. È davvero importante che il National Centre for Smoking Cessation and Training abbia pubblicato questo documento in questo momento, dimostrando che il Regno Unito non è intenzionato a rinunciare al suo grande alleato contro il fumo: la sigaretta elettronica.

Articoli correlati