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Vietare la vendita di sigarette elettroniche è incostituzionale. Così ha decretato la Corte suprema di giustizia del Messico, chiamata a esprimersi sul decreto presidenziale che, appunto, vieta la vendita di prodotti del vaping. Il motivo addotto dalla Corte è che tale decreto viola il diritto alla libertà di commercio. La sentenza è stata emanata in seguito a una causa “amparo”, un tipo di azione legale esistente in Messico attraverso la quale un’azienda può chiedere protezione legale o il permesso di non rispettare norme che violano i suoi diritti. Questo implica che la decisione della Corte si applica solo al caso specifico portato alla sua attenzione, senza cancellare il divieto generale. Ma è comunque un parere importante circa l’incostituzionalità della decisione del presidente e potrebbe essere un primo passo verso una azione di più ampia portata.
Esprime la sua soddisfazione per questa decisione la rete internazionale di associazioni dei consumatori World Vapers’ Alliance. Tramite il suo responsabile politico Alberto Gómez Hernández, Wva sottolinea come il decreto violi sì la libertà commerciale delle imprese, ma anche il diritto alla salute degli adulti messicani, che dovrebbero essere liberi di decidere come consumare nicotina. Suggerendo al Paese di adottare strategie di riduzione del danno da fumo, seguendo l’esempio di Paesi come la Svezia e il Regno Unito, Gómez Hernández esprime la speranza che la decisione della Corte suprema porti a un cambiamento. “Sebbene la sentenza non stabilisca la giurisprudenza – ha affermato – speriamo che il governo o la magistratura annullino presto il divieto. Il divieto è fallito, ha aggravato il problema di salute pubblica legato al fumo in Messico e ha creato un enorme mercato nero controllato dalle mafie”.
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