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L’ipocrisia cinese guida l’invasione delle sigarette elettroniche usa e getta

Vietata la vendita in patria, le aziende possono produrle per l'esportazione: una scelta a danno di tutti gli altri dispositivi.

Solo nell’ultima settimana negli Stati Uniti sono state confiscate 1,5 milioni di sigarette elettroniche usa e getta, per un valore al dettaglio di circa 20 milioni di dollari. Le aziende cinesi le spediscono omettendo di specificare che si tratta di prodotti per il vaping, eludendo così le tasse e i dazi doganali. Al contrario, vengono etichettate come prodotti elettronici e trasportate insieme a caricabatterie, torce e cavi usb in container promiscui. Le sigarette elettroniche monouso hanno invaso il mondo poco prima che il governo cinese vietasse i liquidi aromatizzati, consentendone però l’esportazione. Il settore manifatturiero cinese dello svapo, che produce la quasi totalità delle sigarette elettroniche presenti tutto il mondo, vale circa 28 miliardi di dollari; secondo la Camera di commercio cinese dell’elettronica, il mercato statunitense vale il 60 per cento del totale. In Cina sono vietate sigarette elettroniche usa e getta, fiere del vaping e liquidi aromatizzati ma il governo ha puntualizzato le aziende possono continuare produrre e vendere all’estero.

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