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Nel 2022 raddoppiato il gettito fiscale dalle sigarette elettroniche

Secondo Roccatti, presidente Anafe, la stabilizzazione della tassazione porta benefici a tutta la filiera del vaping.

È più che raddoppiato nel 2022 il gettito entrato nelle casse dello Stato e derivante dall’imposta di consumo sui liquidi per sigarette elettroniche. Secondo quanto riportato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, infatti, gli introiti dai prodotti liquidi da inalazione sono stati pari a 39.626.378,89 di euro, senza considerare il relativo gettito Iva, pari a una crescita del 123,40 per cento rispetto al 2021. Tradotto in moneta sonante, si tratta di circa 22 milioni in più rispetto all’anno precedente, quando il gettito era inferiore a 18 milioni di euro.
Questi numeri – commenta Umberto Roccatti, presidente dell’associazione dei produttori di fumo elettronico Anafe Confindustria – evidenziano in modo tangibile che un approccio mirato alla stabilizzazione della tassazione sulle sigarette elettroniche porta benefici per l’intera filiera in termini industriali e occupazionali, contribuendo anche positivamente alle entrate dell’erario e soprattutto alla tutela della salute dei consumatori”. Secondo l’associazione, infatti, l’impennata del gettito è da ricondurre principalmente alle politiche fiscali di stabilizzazione delle accise sul settore, un approccio che Anafe ha sempre sostenuto nei confronti degli stakeholder istituzionali e che ritiene abbia contribuito alla creazione di un quadro fiscale e regolamentare che si posiziona come punto di riferimento a livello europeo.
Mantenere un livello impositivo equilibrato e sostenibile per l’industria – continua Roccatti – garantisce un gettito erariale crescente, evitando al contempo il concreto rischio di depauperare un asset significativo per il Made in Italy. Per il futuro auspichiamo continuità con le scelte finora operate. Siamo convinti che gli introiti per l’erario contribuiranno a incrementare gradualmente anche nei prossimi anni, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo continuo di un settore che conta circa 50 mila occupati attraverso la pianificazione di ulteriori investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro”. In questo modo, sempre secondo il presidente di Anafe, viene inoltre garantita un’efficace tutela dei consumatori, i quali non vengono incentivati dai prezzi più bassi a rivolgersi a canali di approvvigionamento non ufficiali e di contrabbando, rischiando di acquistare prodotti non conformi alle normative sanitarie, che rischierebbero di arrecare gravi danni alla salute.

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