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A partire dal 1° maggio 2024 anche gli aromi saranno soggetti a imposta di consumo, alla stregua dei liquidi da inalazione senza nicotina. E come questi ultimi, per poter essere commercializzati dovranno essere registrati presso l’agenzia delle dogane e Monopoli. Al momento, però, i funzionari stanno redigendo il direttoriale apposito, perché oltre all’imposizione fiscale, dovranno anche specificate le norme tecniche e formali che i produttori dovranno seguire – spedizione campioni, etichette, nome del brand per ottenere l’assegnazione codice pli. Lo stesso direttoriale dovrà anche indicare entro quanto tempo i grossisti e i negozianti potranno smaltire le scorte in magazzino, posto che la norma indica non meno di tre mesi per i primi e non meno di sei mesi per i secondi.
Visto che alcune aziende stanno già chiedendo la registrazione degli aromi concentrati e degli scomposti, Adm si è premurata di far sapere che “sono in corso di definizione le modalità di commercializzazione dei suddetti prodotti e pertanto saranno rese note con successive comunicazioni le specifiche da utilizzare per la presentazione delle istanze di registrazione e trasmissione dei relativi campioni“. In parole povere, l’appello alle aziende è: non chiedete ancora registrazione e non spedite nulla perché la norma non è ancora in vigore e, soprattutto, le regole non sono ancora definite. Più semplice di così.
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