© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Aspre critiche al governo tedesco vengono dall’associazione internazionale dei consumatori di sigarette elettroniche World vapers’ alliance (Wva). Come riportato nei giorni scorsi da indiscrezioni della Frankfurter Allgemeine Zeitung e poi confermato da altri organi di stampa, il Ministro delle finanze Olaf Scholz intende introdurre una tassa specifica sui liquidi per sigarette elettroniche a partire dal 2022. Finora in Germania i prodotti del vaping erano esentati dalla tassa sul tabacco e la nuova misura ne determinerebbe un aumento del prezzo al consumatore.
La discussione in corso anche a livello europeo sul tema, denuncia l’associazione, ignora completamente le necessità dei consumatori, quasi esclusivamente ex fumatori in Germania come altrove. Il fondato timore è che molti vaper potrebbero essere spinti a tornare al fumo dal costo maggiorato delle sigarette elettroniche. “Chiunque voglia davvero ridurre il danno sanitario causato dal fumo – spiega il direttore di Wva Michael Landl – deve facilitare l’accesso all’e-cigarette, non renderlo più difficile. Il vaping riduce del 95% il danno del fumo ed è raccomandato dalle istituzioni sanitarie nel Regno Unito, in Francia e in Canada come strumento per smettere di fumare”.
Secondo Landl, la Germania dovrebbe seguire l’esempio di questi Paesi, invece di iniziare una guerra contro le sigarette elettroniche. “Svapare – continua – può migliorare la vita di molti fumatori e per questo questi prodotti devono continuare a rimanere economicamente convenienti. Fino a due milioni di consumatori potrebbero ricadere nel fumo e questo avrebbe conseguenze fatali per la salute pubblica”.
World vaper’s alliance sottolinea che una tassa sui prodotti del vaping andrebbe a penalizzare in particolare le fasce della popolazione a basso reddito, dove il fumo è più diffuso. Proprio per questa categoria di fumatori, una differenza di tassazione fra tabacco e sigaretta elettronica, potrebbe essere un importante incentivo a passare allo strumento meno dannoso. Insomma, i prodotti del vaping dovrebbero costare meno di quelli da fumo tradizionale. “Se i politici hanno interesse nella salute dei fumatori – conclude Landl – devono garantire che i prodotti del vaping siano alla portata di tutti. Chi vuole stare lontano dalle sigarette o vuole passare all’e-cig non dovrebbe essere usato come fonte di finanziamento per un bilancio statale zoppicante. Purtroppo sembra che accada questo, anche se nessuno vuole ammetterlo”.