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Fumare non è una malattia, la nicotina non è il demonio

Un parterre di oratori importante ed autorevole per il primo summit sulla riduzione del danno da fumo in Spagna ha dato origine a un dibattito di altissimo livello scientifico.

Vinceremo perché stiamo lottando per salvare delle vite, non per proteggere la nostra ideologia”. Questa frase del dottor Attila Danko, combattente australiano in favore del vaping, riassume in qualche modo l’atmosfera che si è respirata al Tobacco Harm Reduction Summit, svoltosi ieri a Barcellona. A parlare di nicotina e riduzione del danno da tabacco nel primo grande congresso scientifico sul tema organizzato in Spagna, tutti i nomi noti a livello internazionale del panorama scientifico favorevole alla sigaretta elettronica.
C’erano, naturalmente, il professore Riccardo Polosa – unico italiano – e il greco Konstantinos Farsalinos. Dall’Austria era arrivato il chimico e farmacologo Bernd Mayer, mentre per la Francia era presente il tabaccologo Jacques Le Houezec. Il Regno Unito era ben rappresentato da Gerry Stimson, professore emerito dell’Imperial College di Londra, Linda Bauld, docente all’Università di Stirling, e da Louise Ross, la ex direttrice del Centro antifumo di Leicester che per prima ha inserito l’ecig nei metodi per smettere di fumare, facendo campagne a tappeto in favore del vaping.
Dall’altra parte del globo erano giunti il già citato dottore australiano Attila Danko e l’attivissima professoressa neozelandese Marewa Glover, ai cui studi e sforzi si deve in parte la svolta pro ecig del suo governo. Il Paese che ospitava l’evento era rappresentato dal chimico Miguel De La Guardia, docente all’Università di Valencia, Ángel González Urena, anch’egli chimico di fama internazionale, dalla presidente dell’associazione consumatori Anesvap Ángeles Muntada-Prim e Carmen Escrig, coordinatrice internazionale di Move (Medical Organization supporting Vaping and Electronic Cigarettes).
Con un parterre di questo livello non c’è da meravigliarsi che la giornata sia stata interessante e vivace. Il prof. Stimson ha subito inquadrato la questione, spiegando come la sigaretta elettronica abbia sodisfatto la richiesta dei fumatori di alternative più sicure al tabacco e come questa si sia diffusa senza la benedizione delle istituzioni di salute pubblica o sostegni governativi. E di come il vaping abbia cambiato radicalmente il concetto di “cessazione del fumo”, che da trattamento medico diventa esperienza piacevole che il fumatore si somministra da solo. Un cambiamento di paradigma non sempre facile da accettare da parte delle autorità sanitarie.
E a proposito di nicotina, l’austriaco Bernd Mayer ha colto l’occasione per sfatare alcuni miti su questo alcaloide, la cui tossicità – spiega – è stata sovrastimata per oltre un secolo, in base a studi condotti nel 1850 e pubblicati da Rudolf Kobert nel 1905. Non è vero, secondo Mayer, che la nicotina abbia effetti avversi sul sistema nervoso, cardiovascolare, respiratorio e riproduttivo, né che possa contribuire allo sviluppo dei tumori. Non è nemmeno vero, ha continuato, che l’esposizione a questa sostanza nei giovani abbia effetti duraturi sullo sviluppo cerebrale o polmonare, che causi deficit cognitivi, emotivi o comportamentali e che aumenti la possibilità di sviluppare dipendenza da alcool e droghe, e anzi il professore austriaco ha molto ridimensionato anche la capacità di dare dipendenza della nicotina. Quello che è vero è che la sostanza non è innocua, che causa aumento della pressione sanguigna, del battito cardiaco e della frequenza respiratoria e che può essere letale, se ingerita.
Fumare non è una malattia e la nicotina non è il demonio!”, ha esemplificato Jacques Le Houezec nella sua esposizione, sottolineando il ruolo fondamentale dei negozianti di sigarette elettroniche nell’accompagnare la transizione del cliente dal fumo al vaping. Farsalinos ha commentato che “il compito della salute pubblica sia quello di ridurre le morti causate dal tabacco, non di ingaggiare dibattiti filosofici o interpretazioni morali”. Ed è esattamente quello che dimostra Luoise Ross con i dati che riportano quattro anni di successi nella cessazione del fumo tramite l’uso della sigaretta elettronica del suo centro antifumo, che ha iniziato a proporre l’ecig nel 2014.
Il professor Polosa ha illustrato come l’uso della sigaretta elettronica possa invertire il danno da fumo nei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva, mentre Linda Bauld ha sciorinato studi e numeri che confutano il cosiddetto Gateway effect, cioè quella teoria secondo la quale il vaping è una porta d’ingresso del tabagismo per le nuove generazioni. Grande attenzione è stata data da Farsalinos anche al tema di studi e ricerche che non rispettano standard scientifici affidabili e danno origine ad una errata e pericolosa informazione sui media.

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