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Germania, ancora medici a favore delle sigarette elettroniche

Dopo l'Ärtze Zeitung, anche il Deutsches Ärzteblatt chiede di "seguire l'esempio britannico" per aiutare i fumatori a smettere.

La sigaretta elettronica aiuta i fumatori a liberarsi dalla schiavitù del tabacco ma il sistema sanitario tedesco non se ne accorge, abbandonando così i fumatori al proprio destino mentre sarebbe auspicabile seguire l’esempio del modello britannico. È il grido d’allarme lanciato dai medici tedeschi che utilizzano le pagine autorevoli del giornale ufficiale di categoria, il Deutsches Ärzteblatt, per sollecitare le autorità politiche e sanitarie ad adeguare le strategie di contrasto al tabacco.
Dopo un articolo dai toni analoghi pubblicato su un’altra rivista di settore lo scorso novembre (e dopo il posizionamento pro-ecig dei chirurghi cardiovascolari a ottobre), quello uscito in questi giorni sul Deutsches Ärzteblatt costituisce un ulteriore salto di qualità scientifico nel dibattito su fumo e vaping e pare finalmente esaudire le speranze dell’esperto Heino Stöver, precursore della diffusione del vaping per scopi terapeutici in Germania, che per lungo tempo lamentava la scarsa sensibilità mostrata dall’apparato medico.
Il segnale che i medici lanciano al mondo politico e sanitario tedesco si basa sull’ultima ricerca realizzata in Gran Bretagna grazie al National Institute for Health Research e al Cancer Research UK, secondo la quale l’ecig raddoppia le possibilità di smettere di fumare in confronto ad altre terapie. Uno studio “di grande significato per la pratica medica“, scrive il Deutsches Ärzteblatt: “I risultati confermano precedenti ricerche e mostrano l’efficacia della sigaretta elettronica nello smettere di fumare“, dice Daniel Kotz, direttore delle ricerche sulle dipendenze all’Istituto di medicina generale dell’Università di Düsseldorf. Il vantaggio dell’ecig rispetto ad altre terapie a base di nicotina è nella sua adattabilità alle necessità del paziente, prosegue  Kotz: “Esperienza tattile, sapore dei liquidi, precisione nei dosaggi e adattamento alle preferenze individuali sono le qualità che rendono la sigaretta elettronica attraente per un fumatore“.
Sullo sfondo le percentuali sconsolanti sui fumatori tedeschi: se in Svezia fuma ancora solo il 7% della popolazione e in Inghilterra il 17, in Germania il 28% è ancora oggi dipendente dalla sigaretta. Un risultato frutto di insufficienti politiche di prevenzione dal fumo e di mancati sostegni pubblici ai metodi sostitutivi del tabacco a base di nicotina: “In tema di prevenzione la Germania occupa il penultimo posto in Europa“, certifica il giornale dei medici, “ecco perché privatamente sempre più fumatori ricorrono da soli alla sigaretta elettronica“.
Uno strumento che dovrebbe essere promosso dalle stesse assicurazioni sanitarie pubbliche, auspucano i medici, a patto che si mantenga una netta linea di demarcazione nei confronti di minorenni e non fumatori. È il punto sostenuto da Sven Schneider, direttore del reparto della salute del bambino dell’Istituto di salute pubblica dell’Università di Mannheim. Il vaping pone anche il rischio che “il consumo di nicotina venga di nuovo considerato normale” soprattutto tra i bambini o gli adolescenti che vedono l’esempio degli adulti, e questo indipendentemente che venga assunta attraverso una sigaretta tradizionale o l’ecig. Schneider, riferendosi a dati di una ricerca empirica tedesca – secondo la quale la quasi totalità degli studenti di età tra i 13 e i 14 anni conosce l’ecig e il 16% di essi ha svapato almeno una volta – ritiene gli adolescenti a rischio e non esclude il pericolo del fenomeno gateway, ridimensionato invece da altre ricerche in altri Paesi. Ma denuncia con ancor più forza il fatto che ai tavoli di discussione sulla prevenzione dal fumo “i rappresentanti dell’industria del tabacco siedano a pieno titolo ritenendosi non parte del problema ma delle soluzioni“.
Tuttavia esiste una gerarchia di cui tenere conto, riprende Daniel Kotz: la nicotina è meno pericolosa del fumo e solo 5 fumatori su 100 riescono ad abbandonare il tabacco senza aiuto. Per questo, come sostiene Ute Mons, direttrice del reparto di prevenzione del cancro del Centro di ricerca tedesco di Heidelberg, “lo studio britannico è più che benvenuto” e indica una strada già proposta nel 2017 dalla Confederazione delle associazioni contro le dipendenze: “Adottare la sigaretta elettronica nelle terapie di abbandono del fumo quando gli altri metodi finora prescritti non risultano efficaci“.
Una proposta che ora il Deutsches Ärzteblatt fa sua a nome della categoria dei medici concludendo esplicitamente: “Sarebbe auspicabile che il sistema sanitario tedesco prendesse esempio da quello britannico, stabilendo un miglior apparato di sostegno per i fumatori“.

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