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“In un anno è cambiato tutto: mercato e mentalità”

Campestrini e Giovannini, titolari della Dea, analizzano il settore della sigaretta elettronica sia a livello commerciale che associativo e istituzionale.

Ha rischiato di chiudere i battenti. Ha dovuto licenziare una quindicina di dipendenti. Ha manifestato durante un comizio della Lega. Era sul punto di portare i libri contabili in Tribunale per un debito di 33 milioni di euro. Il 2018 è stato un anno nero per la Dea Flavor, storica azienda trentina che produce liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Ma la legge di bilancio ha cambiato (in meglio) le carte in tavola: il debito pregresso può essere dilazionato e l’imposta è stata drasticamente ridotta. Circostanze che hanno consentito a tutto il comparto del vaping di ripartire di slancio. Anche la catena produttiva della Dea si è rimessa in moto, consentendo la riassunzione di quasi tutti i collaboratori ma soprattutto presentandosi sul mercato con rinnovata energia e creatività. Le condizioni fiscali e normative adesso permettono di poter pianificare investimenti e produzione. “Non siamo tornati ancora ai livelli da record del 2017 – commentano i titolari, Daniele Campestrini e Andrea Giovannini – Dopo un anno vissuto drammaticamente, stiamo registrando un trend positivo che segna un incremento del 99 per cento rispetto lo scorso anno. Abbiamo anche potuto ampliare la rete vendita integrando agenti commerciali diretti in alcune zone del territorio italiano“. Un 2018 da dimenticare, quindi. Ma anche toccare il fondo può servire per crescere. “Abbiamo vissuto tutto quel periodo con una spada di Damocle pendente sulla testa. È stato un anno di stallo, in cui abbiamo pregato in tutte le lingue per avere una sanatoria. Non per un capriccio ma perché altrimenti tutti quanti eravamo destinati al fallimento. Non è stato proprio periodo allegro e spensierato ma alla fine dell’anno tutto è cambiato e adesso siamo qui a raccontarlo“.
Le condizioni ci sono sono tutte. Aziende e attori della filiera non hanno più giustificazioni. Il mercato è ripreso e la fiscalità alleggerita. “Le nostre previsioni sono assolutamente di crescita e di riconsolidamento. Ci stiamo anche nuovamente riposizionando all’interno dei negozi specializzati in sigarette elettroniche perché chiaramente sono loro gli interlocutori diretti dei consumatori“. Archiviata la questione fiscale, adesso è il momento di affrontare le avversità delle istituzioni sanitarie, Ministero della salute su tutte. “È stata fondamentale la vittoria legislativa ottenuta dalla Regione Marche che è riuscita a istituzionalizzare il principio della riduzione del danno. Questo vuol dire che qualche battaglia a livello locale cominciamo a vincerla. La speranza è che anche altre amministrazioni locali possano promuovere iniziative analoghe“.
Il ruolo delle associazioni: la rappresentanza di settore è balcanizzata… “Il ruolo delle associazioni – dicono i due  titolari Dea senza peli sulla lingua – dovrebbe essere quello di trovare soluzioni ai problemi del settore. Noi in Anafe facciamo proprio questo: ognuno gestisce la propria azienda con le politiche commerciali che più ritiene opportune ma quando ci sediamo attorno il tavolo confindustriale tutti remiamo nella stessa direzione, cercando di trovare soluzioni e proposte istituzionali. A quel tavolo si parla di regole comuni, non di commercio o affari. Osservando dall’esterno, invece vedo che le altre associazioni sono più che altro un gruppetto di colleghi guidati dall’amicizia, dalla simpatia reciproca e da comuni obiettivi commerciali. Non vivono l’associazione come uno strumento per far crescere il settore ma le singole aziende associate“.
A proposito di commercio: Dea da sempre è protagonista nel mercato dei liquidi entry level, ad eccezione di una breve parentesi dedicata anche ai liquidi scomposti. Cosa pensate di quanto sta accadendo in questi ultimi mesi, ovvero il ritorno al consumo razionato e ai sistemi chiusi? È maturato il consumatore oppure i liquidi e gli accessori high level costano troppo? “È cambiato tutto il mercato ma è cambiata anche la mentalità dei negozianti che propongono i prodotti. Probabilmente si sono accorti che offrire un prodotto polmonare che consuma 100 millilitri in due giorni forse non è la maniera migliore per far smettere di fumare. I cosiddetti starter kit hanno costi contenuti, un impatto sull’ambiente minore e consente di svapare in ogni luogo con la massima discrezione senza dare fastidio a chi sta vicino. Mi consenta di dire che si può semplificare con una frase: da fenomeno di baraccone il vaping è tornato ad essere un prodotto di largo consumo che serve per smettere di fumare. Poi è normale che qualche vaper andrà avanti, aumenterà il proprio bagaglio di strumenti e di conoscenza, mentre altri rimarranno alle pod. Va fatto un lavoro all’interno dei negozi, occorre tornare alla mentalità con cui abbiamo aperto le aziende e i negozi: il primo obiettivo è far smettere la gente di fumare. E lo si potrà fare anche grazie al ritorno sul mercato di queste pod che hanno certamente un appeal diverso agli occhi dei fumatori“. Un test importante per misurare la risposta del mercato alle nuove regole sarà la fiera Vapitaly, appuntamento che incuriosisce un po’ tutti: consumatori e operatori. “Noi ci saremo anche quest’anno. È un appuntamento importante. Bisognerà vedere come risponderanno i visitatori e soprattutto capire quale è il target di quest’anno. La speranza è che la ripresa del settore coincida anche con un maggior numero di visitatori neofiti, coloro cioè che scelgono di entrare in fiera per conoscere il mondo della sigaretta elettronica“.
Quali le novità che avete in cantiere? “Prima di tutto – spiegano Campestrini e Giovannini – una nuova linea di liquidi, Billion, destinata inizialmente ai nuovi mercati esteri nei quali ci presenteremo: Russia e Emirati Arabi. Si tratta di 10 gusti nel formato 50 più 10. La linea da 10 millilitri, dovendo sottostare alle regole Tpd, uscirà invece ad ottobre e sarà venduta anche in Italia. Al Vapitaly presenteremo anche la nostra pod mod a sistema chiuso, la Quic di FlavourTec. Le pod saranno caricate con sei gusti Dea a 18 di nicotina e sei gusti FlavourTec con sali di nicotina a 20 milligrammi. La batteria ha una capacità di 400 mAh e la pod contiene 1,8 millilitri di liquido“.

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