Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Stati Uniti, confessa di aver svapato Thc illegale ma fa causa a Juul

Le dichiarazioni di Hergender sono immortalate in una intervista della Cbs ma nella citazione non se ne trova traccia.

Ricordate Adam Hergender? È il diciottenne dell’Illinois ricoverato per disturbi polmonari, che pochi giorni fa, dal suo letto d’ospedale, confessava alle telecamere della Cbs di aver svapato liquido al Thc illegale. “Come te lo sei procurato?”, gli chiedeva il giornalista Dean Reynolds. “L’ho comprato per strada, da uno spacciatore”, rispondeva candidamente il giovane. Sempre in base a quanto riportato dalla Cbs, che ha parlato a lungo con il ragazzo e i suoi genitori, dopo aver vaporizzato e inalato il liquido comprato dallo spacciatore, Hergender ha cominciato a vomitare e ad avere problemi respiratori, oltre alla febbre, tanto che è stato necessario il ricovero urgente. Adam ammetteva di aver fatto una cosa stupida, “ma quando sei dipendente – spiegava – non pensi a queste cose”.
Il giovane Hergender se l’è cavata, è stato dimesso dall’ospedale “con importanti danni polmonari” e ha pensato bene di fare un’uscita pubblica. Lo scorso venerdì è comparso al fianco della madre e del suo avvocato, Antonio Romanucci, con indosso una felpa nera con la scritta “Stay safe, don’t vape”. E ha annunciato che farà causa a Juul. Proprio così. Non allo spacciatore che gli ha venduto le ricariche contraffatte, ma all’azienda da mesi nell’occhio del ciclone delle autorità americane. E questo dà la misura del clima che si è instaurato negli Usa. Nelle 85 pagine della citazione, ricorrono le accuse contenute in altre denunce. L’azienda californiana, si lamenta, avrebbe indotto i minori alla dipendenza, tramite campagne di marketing ad essi mirate, soprattutto sui social, e minimizzando la presenza nei liquidi di “sostanze chimiche pericolose”.
E poi c’è la storia di Adam. Secondo quanto riportato nella citazione, ha iniziato a usare la pod mod di Juul a 16 anni, senza sapere che conteneva nicotina. Amava soprattutto i liquidi alla menta, mango e cetriolo e non ha mai avuto difficoltà ad acquistare le cartucce. Al culmine della dipendenza (sic) consumava una pod e mezzo al giorno. E poi, improvvisamente, “il 28 agosto del 2019, di sera ha iniziato a sentire brividi e nausea. Aveva anche difficoltà a respirare”. Fino al ricovero in ospedale del 31 agosto e le dimissioni, avvenute il 6 settembre. “Adam – conclude la citazione al punto 151 – ha significativi danni polmonari dovuti all’uso della sigaretta elettronica Juul”. Ma non manca qualcosa? Cosa ne è stato nella citazione del liquido al Thc comprato dallo spacciatore? Forse l’avvocato Romanucci spera, che nell’isteria collettiva di questi giorni, qualcuno si dimentichi di questo dettaglio? Sarà difficile, visto che le sue dichiarazioni sono immortalate in questo video.

Articoli correlati