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Sigarette elettroniche, in Irlanda si apre il dibattito su aromi e minori

Il Ministro della salute ipotizza un divieto, l'associazione degli operatori risponde: 99% dei vaper sono ex fumatori adulti.

L’onda lunga del dibattito su sigarette elettroniche e aromi in corso negli Stati Uniti raggiunge anche le coste dell’Irlanda, dove il Ministro della salute Simon Harris sembra preda di suggestioni proibizioniste. Ieri Harris ha comunicato che nel testo di legge previsto per il prossimo anno, saranno inserite misure per vietare la pubblicità di sigarette elettroniche nelle vicinanze di scuole e asili, sui mezzi di trasporto, oltre il divieto di vendita dei prodotti del vaping ai minori di 18 anni. L’annuncio, però, è stato fatto nel corso della presentazione di una ricerca sulle sigarette elettroniche aromatizzate e i minori, condotta dall’Irish Heart Foundation e dall’Irish Cancer Society, due charities che sostengono che l’industria del vaping, con questi prodotti, miri consapevolmente ai giovanissimi.
In pratica, sedici ragazzi sono stati divisi in quattro focus group e hanno espresso i propri commenti sulle confezioni e sugli aromi che venivano loro presentati. Questi giovani hanno diviso i gusti in quattro categorie, tabacco, cibo, frutta e dolci, sostenendo che solo la prima potesse attirare i fumatori che vogliono smettere. Secondo loro le rimanenti tre categorie di gusti attiravano i minori, perché si ritrovavano anche in cibi e bevande di loro gradimento. Evidentemente, secondo questi ragazzi, i fumatori adulti mangiano tabacco e non tollerano altri sapori.
I giovani si sono anche detti convinti che le aziende che producono questi liquidi mentano, quando dicono che i gusti dolci sono indirizzati agli adulti e non ai minori e che anche le confezioni siano ideate apposta per attirarli. Questo fa concludere a Tim Collins, direttore dell’IHF, che “il fatto che il solo scopo di gusti come milkshake alla fragola, cherry crush, menta e cioccolato e caramello sia attirare una intera nuova generazione di minori e farli diventare dipendenti dalla nicotina, è stato confermato clamorosamente dai ragazzi che hanno preso parte a questa ricerca”. Da qui la richiesta delle due fondazioni di inserire anche il divieto di vendita di tutti i liquidi con aromi diversi dal tabacco nel prossimo testo di legge.
La scientificità della ricerca potrebbe far sorridere, se non fosse che il ministro Harris l’ha presa, invece, molto sul serio, dichiarando di essere certo che l’industria produca gusti e confezioni colorate per attirare i minori e descrivendo la questione come “un importante problema di salute pubblica”. Ha promesso che esaminerà attentamente il problema, specificando, però, che vi potrebbero essere degli ostacoli legali sulla definizione di prodotti aromatizzati.
Non si è fatta attendere la risposta di Vape Business Ireland, l’associazione che raccoglie gli operatori del settore irlandesi. Vbp contesta innanzitutto l’assunto che esista un problema minori. Secondo i dati dell’Healthy Ireland Survey del 2019, pubblicati solo un mese fa dal Ministero della salute, nel Paese il 99 per cento degli utilizzatori di e-cigarette sono ex fumatori adulti. L’associazione ricorda anche di aver chiesto per quattro anni al ministro Harris di introdurre il divieto di vendita di prodotti del vaping ai minori di 18 anni. “A causa dell’inattività del ministro – afferma il portavoce Joe Dunne – e in assenza di misure legislative in questo senso, ci siamo dotati di un codice di condotta, firmato da tutti gli associati, per garantire che, in caso di dubbio, il rivenditore verificasse l’età del cliente”.
Secondo l’associazione, proibire gli aromi farebbe tornare molti svapatori al fumo e questo non sarebbe un buon esempio nemmeno per i giovani. “Il ministro Harris – ha concluso Dunne – sembra suggerire che ai fumatori adulti non debba essere permesso di scegliere l’aroma che vogliono, sulla base di un campione di 16 teen-ager. È così che oggi si elabora la politica in Irlanda?”.

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