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Dalla sigaretta elettronica si arriva alla cannabis: è polemica contro l’ex ministro Sirchia

Intervistato da Radio Cusano Campus: "Sappiamo bene che questa sigaretta elettronica induce i giovani a fumare. Una volta che l’assuefazione si è instaurata si passa al tabacco, alla cannabis".

La sigaretta introduce i giovani al tabacco. E poi, una volta assuefatti, passeranno alla cannabis. Fanno discutere e suscitano polemica le parole dell’ex ministro Sirchia ai microfoni di “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. L’autore della legge che vietà il fumo nei luoghi pubblici ci va pesante e le sue parole non lasciano spazio all’interpretazione. “È un diversivo dell’industria che produce tabacco. Sappiamo bene che questa sigaretta elettronica induce i giovani a fumare. Una volta che l’assuefazione si è instaurata si passa al tabacco, alla cannabis. Ora probabilmente avremo la cannabis sul mercato e comincerà la stessa cosa che è accaduta col tabacco, con la pubblicità, il fatto che riduce l’ansia, favorisce il sonno. Un sacco di chiacchiere che servono a fare profitto su un’altra sostanza che oggi non è ancora libera”.
Dal suo punto di vista ha espresso molte certezze, spiegate oltretutto in una trasmissione generalista in mancanza di contradditorio. Quello che in termini scientifici si chiama Gateway effect (effetto passerella) è una condizione non dimostrata. O che perlomeno trascina con sé molti dubbi. La seconda scuola di pensiero sostiene invece che grazie all’elettronica molti fumatori hanno definitivamente spento la sigaretta, abbattendo di quasi dieci volte il rischio di ammalarsi di patologie fumo correlate.
Il ministro Sirchia ha avuto il merito, e il coraggio, di affrontare di petto la piaga del fumo. A distanza di quindici anni, però, le circostanze e gli strumenti sono cambiati radicalmente. L’Istituto di sanità inglese, ad esempio, già da qualche anno utilizza la funzionalità della sigaretta elettronica per aiutare chi non riesce o non vuole smettere di fumare. In questo modo viene consentito di assumere la nicotina ma senza gli effetti tossici derivanti dalla combustione.
Ma Sirchia va ben oltre. Propone addirittura di vietare il tabacco per legge. Rendendo così l’Italia un paese proibizionista nei confronti dello stesso prodotto che, attraverso il monopolio, garantisce ogni anno 15 miliardi di euro. “Vietare il tabacco? – si chiede Sirchia – Sarebbe giustissimo. Un osservatore indipendente si chiede: com’è possibile che si continui a vendere un prodotto che ammazza la gente? Però non si riesce perché la quantità di fumatori è tale che bisogna prima ridurla sensibilmente e poi il discorso può essere impostato. Lobby del tabacco? Si sono ampiamente e fortemente difesi con tutti i mezzi leciti a loro disposizione e tuttora questo avviene. Loro stanno cercando di produrre dei diversivi sul mercato, per indurre i giovani a fumare e alla dipendenza alla nicotina.
Il problema è sempre lo stesso: un giovane è ribelle per definizione. E’ l’età in cui si fanno le esperienze. Certo, ce ne sono di più appaganti e salutari. Ma siamo proprio sicuri che il tabacco fosse libero ci sarebbero orde di fumatori? Siamo davvero convinti che togliere una cosa dalla legalità possa contribuire a farla sparire dal mercato? Negli anni ’80 proliferava il Totonero, una sorta di schedina di contrabbando che garantiva una vincita anche soltanto azzeccando il risultato di tre partite di calcio. Fare tredici al Totocalcio era assai più difficile. Nel momento in cui lo Stato ha legalizzato le scommesse, è stata sradicata l’attività criminale legata al circuito delle scommesse clandestine. Vietare il tabacco, e di riflesso anche la sigaretta elettronica, significherebbe aprire le porte al contrabbando, alla criminalità, all’importazione illecita di prodotti non controllati e di dubbia provenienza.

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