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Fda: la sigaretta elettronica non aumenta i rischi di covid-19

Dopo le esternazioni di un suo portavoce, la Food and drug administration costretta a rettificare la sua posizione sul vaping.

No, non ci sono evidenze che usare la sigaretta elettronica aumenti i rischi connessi alla malattia covid-19. La Food and drug administration mette una pezza all’esuberanza di un suo portavoce, Michael Felderbaum, che, rispondendo via mail a una domanda di Bloomberg News, affermava il contrario. E cioè che “le persone con problemi di salute, come problemi al cuore o ai polmoni, possono rischiare gravi complicazioni derivanti da covid-19. Comprese le persone che fumano e/o svapano tabacco o prodotti contenenti nicotina”. Naturalmente la posizione non era passata inosservata, dando fiato a tutte le personalità e le associazioni contrarie al vaping (molte delle quali ricevono cospicui contributi dallo stesso Michael Bloomberg), pronte a non lasciarsi sfuggire l’occasione e a lanciarsi in una nuova crociata.
Però, come abbiamo riportato su queste colonne, la mail di Felderbaum aveva suscitato anche la reazione del procuratore generale dell’Iowa Thomas Miller, che criticava tanto la forma quanto il contenuto dell’esternazione. Con una lettera ufficiale indirizzata al direttore del Center for tobacco products dell’Fda, Mitchell Zeller e, per conoscenza, al commissario dell’agenzia Stephen Hahn, il procuratore sottolineava che i 12 milioni di vaper e i 34 milioni di fumatori americani “meritavano qualcosa di più di una mail ad hoc inviata da un portavoce ad un unico servizio di notizie online”, quando erano in ballo informazioni che riguardavano la vita o la morte.
La lettera – firmata oltre che da Miller da dodici importanti accademici, scienziati ed esperti del tobacco control – incalzava l’agenzia a fornire basi scientifiche di quanto dichiarato da Felderbaum, invitandola a non “affermare o fare intendere, in nessuna circostanza, che vi sia un rischio equivalente fra fumare e svapare”. Perché può accadere che molti ex fumatori, passati al vaping proprio per minimizzare i rischi del fumo a alleviare i sintomi di patologie già sviluppate, tornino alle sigarette di tabacco.
Insomma, esortavano i firmatari della missiva se l’Fda è in grado di fornire suggerimenti chiari e basati su evidenze scientifiche per la salute dei cittadini, lo faccia attraverso i suoi canali ufficiali. “Ma se le sue comunicazioni sono arbitrarie e mal concepite, – concludevano i firmatari – diffondono paura e confusione con scarse basi scientifiche e conseguenze imprevedibili, allora sarebbe meglio che l’Fda e i suoi portavoce dei media non esprimessero ulteriori commenti in questo momento”.
Ed è così che, sempre su Bloomberg News e sempre via mail, arriva ieri la nuova posizione dell’agenzia americana. “L’uso della sigaretta elettronica – afferma la portavoce dell’Fda Alison Hunt – può esporre i polmoni a sostanze chimiche tossiche, ma non si sa se questa esposizione aumenti il rischio di covid-19”. Una esposizione che, aggiungiamo noi, è però molto inferiore rispetto al fumo. E questo fa una grossa differenza. Infatti – continua Hunt – “il fumo di sigaretta causa malattie cardiache e polmonari, sopprime il sistema immunitario e aumenta il rischio di infezioni respiratorie. I fumatori – conclude – possono essere esposti a maggiori rischi di covid-19 e a esiti peggiori”.

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