© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Le aziende di produzione di liquidi da inalazione continuano a dare suggerimenti all’Agenzia delle Dogane e Monopoli su come dovrebbe essere riformato il comparto e quali regole adottare. Anche Dea Flavor ha inoltrato il proprio contributo a seguito dell’Open Hearing di inizio mese. Poche righe in cui si esprime la preoccupazione circa l’eventualità che anche le aziende estere possano applicare i contrassegni sulle confezioni di liquido attraverso il loro rappresentante fiscale.
“In merito a quanto disposto dall’articolo 62-quater del D-Lgs. N. 504/1995 – spiega la comunicazione firmata Dea Flavor – così come modificato al comma 3-bis dalla Legge di bilancio 2021, n. 178 del 30 dicembre 2020 siamo ad esternare la nostra preoccupazione relativamente alla possibilità da parte di aziende non ubicate sul suolo nazionale di ricevere e applicare i contrassegni di cui all’oggetto. A nostro avviso la commercializzazione di prodotti liquidi da inalazione senza combustione contrassegnati da sigillo fiscale, dovrebbe avvenire solo per il tramite di depositi fiscali ubicati su suolo nazionale. La Rappresentanza fiscale permetterebbe, a nostro avviso, il contrabbando di prodotti liquidi da inalazione ancorché contrassegnati con sigillo fiscale, stante la grande difficoltà di condurre controlli fiscali presso società estere e l’assenza di frontiere doganali“.