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Steve Forbes, l’anti Bloomberg che difende le sigarette elettroniche

L'editore americano torna a denunciare le menzogne degli oppositori del vaping: "I fatti sono dalla parte dell'e-cigarette".

Gli oppositori del vaping dovrebbero smetterla di usare tattiche terroristiche piene di invenzioni e concentrarsi su campagne educative. I fatti sono dalla parte delle sigarette elettroniche”. A prendere le parti della sigaretta elettronica dalla sua rubrica video What’s Ahead, è l’americano Steve Forbes, erede della famosa dinastia di editori, direttore della rivista economica Forbes e presidente e amministratore delegato della casa editrice Forbes Inc. La sua figura, a cavallo fra l’editoria e la politica, fa in qualche modo da contraltare a quella di Michael Bloomberg, proprietario dell’impero mediatico che porta il suo nome. Forbes ha ricoperto ruoli istituzionali sotto le presidenze di Ronald Reagan e George Bush padre, candidandosi poi personalmente alle primarie repubblicane nel 1996 e nel 2000. Sindaco di New York per 12 anni (eletto nelle file del Partito repubblicano, poi abbandonato), Michael Bloomberg, invece, ha corso alle primarie del partito democratico nel 2020 per l’elezione del candidato alla presidenza, ritirandosi dopo i disastrosi risultati del Super Tuesday.
Anche sul vaping, i due uomini hanno visioni opposte. Bloomberg ha intrapreso da alcuni anni una vera e propria crociata contro la sigaretta elettronica, finanziando generosamente gruppi e associazioni americani e spingendosi ben oltre i confini nazionali, verso Paesi cosiddetti a basso e medio reddito. Secondo quanto denunciato da alcuni parlamentari filippini, infatti, nel 2020 le associazioni collegate al miliardario americano avrebbero elargito ingenti somme all’agenzia governativa locale, mentre questa stava elaborando la normativa sui prodotti a rischio ridotto, presumibilmente per orientare l’agenzia in senso restrittivo.
Steve Forbes, al contrario, usa i mezzi a sua disposizione per difendere la sigaretta elettronica. Lo ha fatto lo scorso agosto con una clip in cui criticava la campagna contro lo svapo in corso negli Usa, basata “su una massiccia disinformazione e su vere e proprie menzogne”. Ha sostenuto le posizioni dei consumatori dal suo profilo Twitter a settembre del 2020 ed è tornato a ribadire le sue posizioni nella puntata di What’s Ahed del 19 marzo scorso. Il timore molto fondato di Forbes è che, superata la fase critica della pandemia grazie alla vaccinazione, “le istituzioni sanitarie e i politici rinnoveranno la loro guerra sbagliata e distruttiva contro le sigarette elettroniche” che, “per motivi incomprensibili sono state equiparate al tabacco”.
Ma in realtà, spiega l’editore americano, “il vaping è il miglior antidoto al fumo”. Riduce il danno del 95%, continua, non contiene tabacco, consente di inalare nicotina senza il monossido di carbonio e tutte le sostanze nocive che rendono le sigarette letali ed è molto più efficace degli altri strumenti per smettere di fumare. Forbes affronta anche il tema del geteway effect, così caro agli oppositori della sigaretta americani, che sostengono che la sigaretta elettronica introduca i minori al fumo tradizionale. “Vedono la crescita dell’uso fra gli adolescenti – commenta – ma si dimenticano di notare che in questi anni il tasso dei fumatori fra i minori è crollato, passando dal 16% a meno del 6%”.
È per questi motivi, spiega Forbes, che in Gran Bretagna le istituzioni sanitarie hanno riconosciuto la sigaretta elettronica come uno strumento molto efficace per smettere di fumare e lo promuovono, riuscendo a salvare molte vite. L’editore si appella infine ai cittadini della California, perché nel referendum del prossimo anno votino contro la legge dello stato che ha vietato gli aromi nei liquidi per e-cigarette. “I fatti – conclude Forbes – sono a favore delle sigarette elettroniche”.

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