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Ethra: per la salute dei consumatori no tasse o divieti sugli aromi per e-cig

Pubblicati i dati del sondaggio europeo: oltre 35 mila partecipanti, gli italiani i più numerosi. L'83,5% dei vaper ha smesso di fumare.

Sono stati più di 35 mila i cittadini residenti in nell’Unione europea che hanno partecipato al sondaggio rivolto ai consumatori di nicotina organizzato alla fine del 2020 da Ethra, l’organizzazione che raccoglie 22 associazioni europee di consumatori fra cui l’italiana Anpvu. E proprio gli italiani sono stati il gruppo con la più massiccia partecipazione (7.955), seguiti da francesi (7.279), tedeschi (6.283) e spagnoli (5.208). Non sorprende, dunque, che la stragrande maggioranza dei partecipanti, il 94%, dichiari di usare la sigaretta elettronica, mentre il 9% fuma e il 3,6% consuma sigarette fatte a mano (era possibile selezionare più prodotti). A utilizzare lo snus è il 2,9% e il’1,5% utilizza le bustine di nicotina. Solo l’1,6% dei partecipanti utilizza prodotti a tabacco riscaldato.
Veniamo allo status di fumatori. Il 78,8% dichiara di aver smesso di fumare, il 16,8% è fumatore, il2,2% non ha mai fumato e il 2,3% ha preferito non rispondere. Le percentuali cambiano in meglio, però, se si prendono in esame solo le risposte degli oltre 32 mila vaper. Fra questi l’83,5% ha smesso di fumare (tre quarti lo faceva da più di 10 anni), l’11,2% svapa e fuma quotidianamente (cioè è un utilizzatore duale) mentre il 5,3% svapa e fuma solo saltuariamente. Solo l’1,3% non era fumatore prima di iniziare a usare l’e-cigarette. “Questi risultati – commenta Ethra – indicano che in Europa c’è una quantità significativa di persone che è passata dal fumo al vaping”.
Fra i motivi che hanno spinto ad usare la sigaretta elettronica la maggioranza, il 96,8%, dichiara di averlo fatto per “ridurre il danno e migliorare la salute” e il 90,2% per il “desiderio di cessare o ridurre il fumo”. La possibilità di personalizzare il dispositivo e i liquidi è stata molto importante o molto importante nella scelta per l’82,6% dei partecipanti e gli aromi hanno giocato un ruolo per il 78%. Il 94,6% dichiara di svapare almeno un aroma diverso dal tabacco, mentre solo il 5,4 consuma esclusivamente liquidi tabaccosi. L’aspetto economico conta per il 64,9% degli svapatori, che dichiara di aver scelto il vaping perché meno costoso del tabacco, mentre il 58,4% giudica fondamentale la disponibilità del prodotto.
Veniamo alle conseguenze delle misure normative adottate in seguito alla Direttiva europea sui prodotti del tabacco (Tpd). Secondo l’interpretazione di Ethra e in base al confronto con sondaggi pre Tpd, il limite a 20 mg/ml e ai flaconi di 10 ml ha indotto i consumatori a consumare maggiore quantità di e-liquid a basso contenuto di nicotina. Nel 2013 il consumo medio quotidiano era di 3 ml a 12 mg di nicotina; nel 2020 si è passati a 10 ml con 4,9 mg di nicotina. Il limite dei 20 mg, inoltre, piò essere troppo basso per i forti fumatori e i dual users che non troverebbero abbastanza soddisfazione nell’e-cig. Poco amato dai consumatori anche il limite di 10 ml per i flaconi di liquido. L’87% dichiara che potendo comprerebbe flaconi più grandi per ridurre i costi, mentre il 90% lo farebbe per evitare lo spreco di plastica.
Ethra ha sondato anche le reazioni dei consumatori a nuove regolamentazioni allo studio della Commissione europea, come, per esempio, una tassazione specifica per i prodotti del vaping. In caso di una fiscalità che farebbe aumentare il prezzo dei prodotti del vaping dal 15 al 30%, il 60,7% dei partecipanti dichiara che “cercherebbe fonti di approvvigionamento parallele senza tassa”, mentre il 27,9% tornerebbe a fumare o fumerebbe di più. Situazione ancora meno rassicurante in caso di divieto per gli aromi nei liquidi per sigaretta elettronica. In questo caso a cercare fonti alternative di approvvigionamento sarebbe addirittura il 71,2%, ricordando che con “fonti alternative” si intendono canali senza controllo sui prodotti e sulla loro sicurezza. Infine la maggior parte dei vaper vorrebbe avere libero accesso dal database europeo per avere informazioni sugli ingredienti dei liquidi (83%), le resistenze (66%) e i circuiti integrati (56%), ad evidenziare la voglia di informazione e trasparenza.
In base a questi risultati, Ethra formula cinque raccomandazioni per il legislatore europeo. Abolire il divieto sullo snus nell’Unione alla luce dell’esperienza svedese. Abolire il limite di 10 ml per i flaconi di liquidi per sigarette elettroniche. Aumentare il limite di 20 mg/ml alla concentrazione di nicotina negli e-liquid. Negli Stati membri che li applicano, abolire tasse sui prodotti del vaping, divieti sugli aromi e monopoli di Stato, perché ostacolano la cessazione del fumo e spingono i consumatori verso fonti alternative poco sicure. Offrire, infine, una informazione “onesta, trasparente e accessibile” sui prodotti più sicuri alternativi al fumo. Staremo a vedere se le istituzioni europee avranno orecchie per sentire la voce dei consumatori.

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