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Progetto pilota: contro il fumo mettere al centro le scelte dei fumatori

Il francese Inserm ha fatto scegliere ai fumatori se usare la sigaretta elettronica o altre Nrt. Risultati incoraggianti, presto uno studio più ampio.

Si chiama Stop lo studio pilota condotto in Francia da un gruppo di sei ricercatori provenienti in maggioranza dall’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) e finanziato dall’Inca, l’Istituto nazionale francese contro il cancro. Stop è un acronimo e sta per “Sevrage Tabagique à l’aide d’Outils dédiés selon la Préférence”, che vuol dire “smettere di fumare utilizzando strumenti dedicati in base alle preferenze”. Quindi i ricercatori, come spiegano, hanno voluto esaminare “la fattibilità, l’accettabilità e le potenzialità di un intervento per la cessazione incentrato sulle preferenze del fumatore”. Un metodo, dunque, che mette al centro il fumatore, dando a lui – e non al medico o all’operatore sanitario – la scelta dello strumento da utilizzare. Un approccio che, come abbiamo visto, non è sempre ben visto da chi si occupa di controllo del tabacco.
I risultati di questa ricerca, che si è occupata dei fumatori con una posizione socio-economica svantaggiata, sono stati appena pubblicati sulla rivista Addiction Science and Clinical Practice in uno studio intitolato “Smoking cessation using preference-based tools: a mixed method pilot study of a novel intervention among smokers with low socioeconomic position” e coordinato da Fabienne El-Khouri Lesueur. Fra giugno 2018 e luglio 2019 in sei centri sanitari dell’area metropolitana di Parigi sono stati reclutati 49 fumatori disoccupati o aventi diritti a sussidio sociale che volevano ridurre il fumo o smettere del tutto. Ci si è concentrati su questa fascia di popolazione, spiegano gli autori, perché lì si registrano le minori cessazioni.
La scelta dello strumento di aiuto da utilizzare è stata quindi lasciata ai partecipanti. Il 29% ha scelto la sigaretta elettronica (EnduraT20) con liquidi a scelta fra fruttati, tabacchi e mentolo e dosaggio di nicotina (consigliato dai medici) fra 6 e 16 mg/ml. Un altro 29% ha scelto una terapia sostitutiva a base di nicotina (Nrt) fra cerotti, gomme, spray, inalatori e pillole e il 42% li ha scelti entrambi. I risultati, secondo gli autori, sono promettenti anche se c’è stata una discreta dispersione dei partecipanti (circa la metà) che non si sono presentati al follow up, dovuta anche alla difficoltà degli operatori sanitari di seguire i pazienti.
Ad ogni modo dopo 7-10 giorni dall’inclusione nello studio, al secondo appuntamento, il 42% dei partecipanti aveva ridotto il consumo di sigarette e il 22% aveva smesso di fumare. Al follw-up dopo un mese era il 28% ad aver smesso, mentre il 18% aveva ridotto il fumo. Purtroppo gli autori non riportano se vi erano delle differenze nei risultati in base agli strumenti scelti, dunque non sappiamo se chi ha usato l’e-cigarette ha smesso di fumare più o meno di chi ha scelto i cerotti, le gomme o altre Nrt, né se l’uso combinato di diversi strumenti modifichi l’esito.
Molto interessante, però, è la dichiarazione di una ex fumatrice riportata nella ricerca. “Ho partecipato a questo studio – spiega la donna – solo per ottenere una sigaretta elettronica gratuita. Prima fumavo 10 sigarette fatte a mano al giorno. Ho provato più volte a smettere di fumare usando le Nrt. Ho provato tutto ma niente ha funzionato per me. Non sono mai riuscita a smettere di fumare nonostante i miei tentativi. Senza questo studio, non avrei mai potuto provare la sigaretta elettronica perché non ho il budget per acquistarne una. Ho smesso di fumare da 3 o 4 mesi. Attualmente uso la sigaretta elettronica tutti i giorni. Ho solo una paura in questo momento: che si rompa perché non avrei i mezzi per comprarne un’altra. Quindi sono molto attenta. Trovo che la sigaretta elettronica sia un buon sostituto delle sigarette. Sono felice di aver riacquistato il gusto e l’olfatto, e mi sento molto meglio fisicamente”.
Malgrado le difficoltà, i risultati sono giudicati “molto incoraggianti” dai ricercatori che prepareranno uno studio controllato randomizzato più grande per testare l’efficacia dell’intervento Stop, facendo anche tesoro delle informazioni avute da questo progetto pilota. “Circa un fumatore con posizione socio-economica svantaggiata su quattro – conclude infatti lo studio – ha smesso di fumare un mese dopo l’inclusione e l’intervento basato sulle preferenze si è dimostrato accettabile per i partecipanti e gli operatori sanitari”.

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