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Sigarette elettroniche: il Regno Unito deve imporsi con l’Oms nella Cop9

Due documenti del Gsthr affrontano il tema dell'insensata opposizione dell'organizzazione di sanità alla riduzione del danno da tabacco.

Si occupano dell’imminente nona Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco (Fctc) dell’Oms i due briefing paper appena pubblicati dal Global State of Tobacco Harm Reduction, il progetto portato avanti da Knowledge Action Change. L’organizzazione, diretta dal professore emerito dell’Imperial College di Londra Gerry Stimson, ha come scopo la promozione della riduzione del danno come strategia chiave nella salute pubblica e ha dedicato un intero progetto al tabacco con l’osservatorio sullo stato delle politiche di harm reduction in tutto il mondo. È dunque fondamentale per loro fare pressione sull’Organizzazione mondiale di sanità, in particolare in vista dellaCop9 del prossimo novembre. L’ordine del giorno dell’incontro e i documenti del segretariato dell’Fctc, infatti, indicano che l’Oms continuerà a spingere i Paesi aderenti a non adottare approcci per la riduzione del danno da tabacco che potrebbero aiutare a salvare milioni di vite.
Il primo dei due briefing paper pubblicati dal Gsthr ha proprio lo scopo di spiegare al lettore scopi e funzioni dalla Convenzione quadro per il controllo del tabacco e delle Conferenze delle parti, spiegando il loro ruolo nella politica globale del tabacco e della nicotina e analizzando cosa dovrebbe essere cambiato, secondo gli autori, per renderli degli strumenti meno burocratici e più efficaci.
Il secondo documento, invece, si concentra sul potenziale ruolo di leadership che il Regno Unito potrebbe assumere durante la Cop9. Come noto, il Paese ha adottato con successo politiche di riduzione del danno da tabacco, inserendo la sigaretta elettronica nelle strategie di lotta al fumo. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti in termini di aiuto ai fumatori, la linea dell’Fctc si discosta completamente da quella del Regno Unito, che pure è uno dei finanziatori maggiori tanto della Convenzione quanto dell’Oms. “Alla Cop9 – sostiene il paper – il Regno Unito deve essere pronto a prendere una linea forte e sostenere le politiche che ha messo in atto che stanno dimostrando di aumentare il numero di persone che riescono a smettere di fumare”.
I due briefing paper fanno da introduzione al rapporto che il Gsthr pubblicherà il prossimo 27 ottobre, intitolato “Fighting the last war: the Who and international tobacco control” (l’ultima guerra: l’Oms e il controllo del tabacco internazionale), redatto da Harry Shapiro. il documento esamina da vicino la storia, lo sviluppo e i processi spesso segreti della Fctc, le sue prime battaglie con l’industria del tabacco e la gamma di influenze plasmare la risposta del controllo internazionale del tabacco a prodotti a base di nicotina più sicuri nel 2021. “Siamo seriamente preoccupati per il continuo rifiuto da parte dell’Oms della riduzione del danno da tabacco – commenta il professor Stimson – Accetta già la riduzione del danno come un intervento di sanità pubblica valido e basato sull’evidenza per l’uso di droghe e per l’Hiv/Aids. La riduzione del danno è esplicitamente indicata come una delle tre strategie di controllo del tabacco nelle linee di apertura della Convenzione quadro sul controllo del tabacco. La sua adozione potrebbe accelerare la fine dell’emergenza sanitaria causata dal fumo”.
Invece l’Oms rifiuta e, peggio, disinforma ripetutamente il pubblico sui prodotti a base di nicotina più sicuri – conclude il direttore di Kac – dimostrando disprezzo sia per la vita di oltre un miliardo di fumatori adulti sia per gli otto milioni di morti ogni anno dovuti al fumo. Le parti della Fctc devono cogliere l’opportunità alla Cop9 di prendere in considerazione le prove provenienti dai Paesi in cui la riduzione del danno da tabacco sta avendo successo, tra cui Regno Unito, Nuova Zelanda, Svezia, Norvegia e Giappone, e chiedere perché l’Oms e i suoi influenti finanziatori si rifiutano di fare lo stesso”.

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