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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 27 dicembre al 2 gennaio

Nel 2021 gli utilizzatori di sigarette elettroniche sono aumentati nel Regno Unito. In Germania, al contrario, la pandemia ha determinato la crescita dei fumatori. L'associazione consumatori neozelandesi smentisce gli allarmi sull'uso adolescenziale.

Gran BretagnaNel 2021 è tornato a crescere il numero degli svapatori
Torna a crescere il numero dei vaper in Gran Bretagna. Secondo l’indagine di Action on Smoking and Health (Ash), che da undici anni traccia il profilo del consumatore britannico, gli svapatori sono oggi sono 3,6 milioni, pari al 7,1% dell’intera popolazione. Si tratta dello stesso livello del 2019. Una ripresa, dunque, dopo il calo registrato nel 2020, per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni. Una circostanza verificatasi anche in altri Paesi e forse dovuta alle conseguenze della pandemia e dei lockdown. In dettaglio: quasi i due terzi degli attuali vaper sono ex fumatori (64,6%), mentre la percentuale di fumatori duali è scesa al 30,5%. I fumatori adulti che non hanno mai provato le sigarette elettroniche continuano a diminuire lentamente fino al 30,1%, mentre la proporzione di fumatori che sono utenti attuali è rimasta stabile (4,9%). Solo l’1% dei consumatori di sigarette elettroniche non ha mai fumato, dato quest’ultimo che smentisce ancora una volta la validità della teoria dell’effetto gateway.

L’inarrestabile marcia della sigaretta elettronica nel Regno Unito

 

GermaniaIl Covid trascina di nuovo in alto il numero dei fumatori
In tutt’altro verso rispetto alla Gran Bretagna la tendenza in Germania, dove il numero dei fumatori è tornato a crescere in conseguenza della pandemia. La percentuale di consumatori del tabacco nella popolazione over 14 è salita nel 2021 al 31%: sono 4 punti in più rispetto al 2019, anno pre-Covid, quando tale percentuale era scesa al 27%. Sono i dati pubblicati nel sondaggio rappresentativo Debra, commissionato dal Ministero della Salute tedesco per indagare il comportamento dei fumatori in Germania. “È probabile che molti nuovi fumatori siano in realtà ricaduti nel tabagismo lo scorso anno”, ha detto Daniel Kotz, direttore di Debra e ricercatore sulle dipendenze, “è ancora un po’ speculativo affermare che abbiano giocato un ruolo decisivo lo stress o altri effetti collaterali dovuti alla pandemia, ma è l’ipotesi più probabile”.

Global2021, un anno vissuto pericolosamente sull’onda del vaping
Si conclude il 2021, anno molto particolare per il mondo del vaping e il magazine inglese online Planet of the Vapes lo ripercorre da gennaio a dicembre in quattro puntate che inglobano i corrispondenti trimestri. Si va dalle campagne scandalistiche di disinformazione dagli Stati Uniti, che hanno gettato le prime difficili ombre dell’anno, alle vicende altalenati della pandemia: le chiusure dei negozi di gennaio e febbraio, in concomitanza con i lockdown per le seconde e terze ondate in Europa, quindi l’alleggerimento di primavera ed estate anche sull’onda delle campagne di vaccinazione e della buona stagione con qualche timido accenno di ripresa delle attività fieristiche, quindi il ritorno delle preoccupazioni con l’approssimarsi dei mesi freddi e la perdita di efficacia nel tempo dei vaccini. Il 2021, dal punto di vista della pandemia, sembra chiudersi come era iniziato e i timori di nuovi lockdown turbano le speranze di rivenditori e consumatori di sigarette elettroniche. Nel mezzo il susseguirsi di studi scientifici che rafforzano il riconoscimento dell’ecig come strumento di riduzione del danno e mezzo sempre più efficace per aiutare i fumatori (specie quelli più incalliti) a smettere di fumare. In rassegna luci e ombre di un anno complesso.

Nuova ZelandaAvca minimizza il vaping fra i giovani: ma sanzioni dure a chi vende ai minori
Continua l’azione critica di Aotearoa Vapers Community Advocacy (Avca), la più grande associazione del vaping neozelandese, sui temi più caldi del dibattito attorno al vaping. Questa volta nel mirino sono finiti i recenti titoli dei media che hanno sollevato ancora una volta l’allarme sullo svapo adolescenziale. Polemiche che ciclicamente tornano in primo piano, nonostante le smentite dei rilevamenti empirici. Gli esperti dell’Avca hanno ribadito, ancora una volta dati alla mano, che qualsiasi preoccupazione relativa allo svapo adolescenziale è stata già da tempo affrontata in maniera molto approfondita. E i dati delle tante ricerche compiute sul campo hanno dimostrato che tale problema in Nuova Zelanda non esiste. “Dopo aver esaminato un sondaggio su oltre 27.000 studenti delle scuole secondarie, i ricercatori dell’Università di Auckland lo scorso anno hanno scoperto che solo lo 0,8% dei ragazzi di 14 e 15 anni, che non avevano mai fumato, erano vaper abituali”, ha detto Nancy Loucas, co-fondatrice dell’associazione. “I ricercatori hanno successivamente confermato che non vi era alcuna epidemia di svapo giovanile in Nuova Zelanda”, ha continuato Loucas .  Al governo Avca chiede piuttosto di inasprire le misure nei confronti dei punti vendita, “applicando le sanzioni più dure disponibili per coloro che vengono sorpresi a vendere o fornire prodotti del vaping ai minori”.

Gran BretagnaRestrizioni al fumo all’aperto in cinque realtà locali (tra cui Manchester)
Le assemblee di cinque consigli locali hanno già esteso o stanno per estendere le restrizioni al fumo alle aree esterne circostanti pub, caffè e ristoranti, luoghi di intrattenimento e ospedali. Si tratta delle città di Manchester, Durham, North Tyneside, Newcastle, che hanno già adottato il provvedimento, e del distretto dello Oxfordshire, che invece lo sta discutendo. Misure adottate per dar corpo alla nuova spinta del governo per rendere l’Inghilterra un Paese senza fumo entro il 2030.

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