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Ancora uno studio si occupa di Covid-19 e sigaretta elettronica. Dopo il lavoro di Polosa, Sussmann e Golberstein, che esclude che i vaper infetti aumentino le possibilità di contagiare gli altri svapando in luoghi chiusi, un gruppo di ricercatori americani si è chiesto se l’uso dell’e-cigarette aumenti il rischio per gli utilizzatori di contrarre la malattia. Il lavoro, già disponibile online, sarà pubblicato su Preventive Medicine e si intitola “Electronic cigarette use and risk of COVID-19 among young adults without a history of cigarette smoking”. A firmarlo un team del consorzio sanitario Kaiser Permanente di Oakland e della Stanford University, entrambi in California, coordinati da Kelly C. Young-Wolff. Scopo del lavoro, nelle parole degli autori, “Valutare in un ampio campione clinico di giovani adulti se l’uso della sigaretta elettronica (attuale o passato) fosse associato al Covid-19, confermato dalla reazione a catena della polimerasi (Pcr)”, quello che noi chiamiamo test molecolare.
Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo che ha analizzato i dati delle cartelle cliniche elettroniche di 74.853 giovani adulti (di età compresa tra 18 e 35 anni), senza una storia di fumo alle spalle, che sono stati sottoposti a screening per l’uso di sigaretta elettronica (attuale, passato, mai) dal 5 marzo al 30 novembre del 2020, quindi prima che fosse disponibile il vaccino. La composizione del campione era la seguente: 1,6% era composto da svapatori attuali, l’1,2% aveva usato l’e-cig in passato, mentre il 97,2% non l’aveva mai utilizzata. Delle percentuali che, a prescindere dall’oggetto dello studio, già sono rassicuranti perché indicano che la diffusione del vaping fra chi non ha mai fumato è minima. Nonostante questa sproporzione, i pazienti sono stati testati in percentuali molto simi per ciascuno dei tre gruppi.
Ma veniamo all’oggetto dello studio. I risultati dimostrano che “l’uso attuale della sigaretta elettronica – scrivono gli autori – non è associato a un rischio elevato di Covid-19, rispetto al non uso”. Quindi chi svapa e non ha mai fumato non è più esposto a contrarre la malattia. Invece il tasso di Covid era maggiore in maniera modesta nei partecipanti che avevano usato l’e-cig in passato e poi smesso. I ricercatori non hanno una chiara spiegazione per questo secondo risultato, argomentando che potrebbe essere dovuto ad altri fattori non misurati che possono influire sul Covid e chiedendo ulteriori meta-analisi su campioni più grandi (il loro era di 892 persone).
In ogni caso, lo studio conclude che “durante il primo anno della pandemia, l’uso attuale della sigaretta elettronica non è stato associato al contagio del Covid”.