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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 12 al 18 febbraio

Il commissario europeo Gentiloni ha annunciato che le direttive tabacchi e accise saranno riviste in funzione dei rischi della sigaretta elettronica. Intanto sia in Francia che nel Regno Unito si tenta di arginare la diffusione delle usa e getta.

Commissione EuropeaGentiloni annuncia cambiamenti nella Tpd e nella Tpd in funzione dei rischi della sigaretta elettronica
Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e monetari e già presidente del Consiglio dei ministri italiano dal 2016 al 2018, rispondendo all’interrogazione della svedese Sara Skyttedal, ricorda come la revisione della direttiva 2011/64/UE relativa alla struttura e alle aliquote dell’accisa applicata ai tabacchi lavorati sia attualmente in fase di completamento. La Ted, spiega il commissario, “mira a garantire il corretto funzionamento del mercato interno, adattando le norme ai nuovi sviluppi e alle tendenze del mercato, colmando nel contempo eventuali lacune nel sistema delle accise dell’Ue”. L’ex premier italiano fa poi un passaggio sulla Tpd, la Direttiva sui prodotti del tabacco 2014/40/UE, spiegando che è in fase di valutazione, come indicato nella tabella di marcia per l’attuazione del Piano europeo contro il cancro. L’approfondimento sulle colonne di Sigmagazine.

Commissione europea: “Valuteremo i rischi della sigaretta elettronica”

 

Gran BretagnaFondazione antifumo chiede una tassa per le sigarette elettroniche usa e getta
Le sigarette elettroniche usa e getta entrano nel mirino dei legislatori anche in un Paese “vaping friendly” e all’avanguardia nelle politiche di riduzione del danno come il Regno Unito. Dopo la deputata conservatrice Caroline Johnson, che la scorsa settimana ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per il divieto totale di questi dispositivi, ora è il turno di Action on smoking and health UK (Ash), nota fondazione contro il fumo, che ha presentato al Cancelliere dello scacchiere, il Ministro delle finanze del governo britannico, la richiesta di una tassa specifica da applicare solo alle sigarette elettroniche usa e getta. Una proposta concreta, che consiste in una tassa di 4 sterline da applicare alle disposable per bloccare il fenomeno della sua diffusione tra i minori prima che raggiunga proporzioni preoccupanti. Ash aveva lanciato l’allarme disposable e minori già lo scorso luglio, con un’indagine che segnalava il dato in crescita dell’uso giovanile proprio seguito alla popolarità delle usa e getta. Il nuovo prelievo porterebbe il prezzo dello strumento allo stesso livello delle e-cigarette ricaricabili più economiche, mantenendo il costo totale più basso di quello delle sigarette di tabacco. Ulteriori dettagli sulla proposta della fondazione Ash e sul dibattito in Gran Bretagna sul tema nell’approfondimento di Sigmagazine.

Regno Unito: fondazione antifumo chiede tassa su sigarette elettroniche usa e getta

 

GermaniaStöver: solo un diverso approccio verso i prodotti a basso rischio può rendere vincenti politiche anti-fumo
Abbiamo bisogno di un cambio di direzione strategico nella politica delle droghe e delle dipendenze: abbandonare l’ideologia e l’obiettivo dell’astinenza immediata per passare ad alternative funzionanti”. È quanto sostiene Heino Stöver, professore all’Università di Francoforte per le scienze applicate e uno dei maggiori esperti sulle dipendenze in Germania ed Europa in un articolo pubblicato dal quotidiano berlinese “Der Tagesspiegel”. Nonostante gli ultimi dati sui fumatori indichino un calo del tasso negli ultimi anni, la Germania conta ancora oggi circa 127.000 morti all’anno per malattie causate dal fumo, mentre un terzo dell’intera popolazione è ancora fumatore.  E soprattutto, nella Tobacco Control Scale europea, che misura la qualità e l’efficacia della lotta al fumo, il Paese si colloca al 34 posto su 37. Altri Paesi ci stanno da anni indicando una diversa strada, è l’appello di Stöver che getta lo sguardo soprattutto (ma non solo) alla Gran Bretagna, “ma avremo successo solo se i politici tratteranno i prodotti a basso rischio di nicotina come una vera alternativa alle sigarette di tabacco e forniranno un’educazione coerente”. I progetti ci sono e sono ambiziosi quanto gli annunci che puntualmente li accompagnano, prosegue il professore, ma sono vuoti di concetti e di idee. Quindi l’appello ai legislatori: “L’attuale modifica della legge sui prodotti del tabacco sarebbe un’opportunità per farlo”.

 

FranciaAttacco proibizionista alla sigaretta elettronica, le associazioni di settore insorgono
Il Comité national contre le tabagisme (Cnct), la più longeva associazione francese per la prevenzione del tabagismo, interviene a gamba tesa nel mondo del vaping e chiede al governo l’introduzione di una serie di misure restrittive per regolare quello che a suo avviso è uno sviluppo anarchico del settore, tra cui il divieto immediato degli aromi differenti dal tabacco nei prodotti che contengono nicotina. La base per tali drastiche richieste è il risultato di un progetto di studi sui nuovi prodotti del tabacco e della nicotina, dal quale si evince che proprio gli aromi, lungi dal favorire un aiuto decisivo ai cosiddetti fumatori incalliti nel percorso di addio al fumo, costituiscono  semplicemente un mezzo per adescare i minori e trasformarli in nuovi consumatori. Furiose le reazioni del mondo del vaping, a partire da quelle di Jean Moiroud, presidente di dell’associazione degli operatori Fivape, che ha definito le richieste del Cnct “assurde e controproducenti nella lotta al tabagismo”. Il dettaglio delle polemiche e le altre reazioni nell’approfondimento di Sigmagazine.

Francia: l’attacco dei proibizionisti contro la sigaretta elettronica

 

 

GlobalQuattro scienziati intervengono su Nature a sostegno della sigaretta elettronica contro il fumo
Con un commento sulla rivista Nature, quattro esponenti prestigiosi  della ricerca scientifica internazionale spezzano una lancia a favore dell’utilizzo della sigaretta elettronica nella lotta contro il fumo. Sulla base delle tante ricerche realizzate, apprezziamo “l’approccio adottato dai governi e dalle associazioni professionali dei medici inglesi e neozelandesi”, scrivono gli autori, e “crediamo che i governi, le associazioni mediche e i singoli operatori sanitari di Paesi come Stati Uniti, Canada e Australia debbano dare maggiore considerazione alle potenzialità della sigaretta elettronica come strumento per accelerare la cessazione del fumo”. I loro nomi sono noti nella letteratura scientifica che si occupa di vaping: Kenneth E. Warner della facoltà di Gestione e politica sanitaria presso la Scuola di salute pubblica della University of Michigan, Neal L. Benowitz della facoltà di Medicina presso la University of California di San Francisco, Ann McNeill del National addiction centre presso il King’s College di Londra (una dei due autori della revisione di Public Health England che stimò l’e-cig del 95% meno dannosa del fumo) e Nancy Rigotti della facoltà di Medicina della Harvard Medical School. L’intervento dei quattro autori è molto articolato, spazia dalla revisione della letteratura scientifica sull’efficacia della sigaretta elettronica alle dinamiche di mercato, fino all’analisi dei diversi approcci nel mondo allo strumento di riduzione del danno. Il giudizio che emerge è una lode alle politiche di Gran Bretagna e Nuova Zelanda: “Le sigarette elettroniche sono un’importante alternativa meno pericolosa per gli adulti già dipendenti dalle sigarette, il prodotto di consumo più letale mai inventato”.

“La sigaretta elettronica eviterà una grande quantità di morti premature”

 

BelgioIl ministro della Salute chiede di vietare le nicotine pouches
Non solo vaping. Il ministro della Salute belga, Frank Vandenbroucke, ha chiesto di vietare le nicotine pouches, familiarmente note come sacchetti di nicotina, una sorta di snus privo di tabacco, motivando la sua richiesta con preoccupazioni per l’esposizione dei giovani a tale prodotto. “Il nostro obiettivo è quello di evitare che i nostri bambini e giovani fumino“, ha dichiarato Vandenbroucke evidentemente non molto ferrato sulla materia, “se ci si impegna a fondo per una generazione libera dal fumo, bisogna fare in modo che i giovani entrino meno in contatto con il fumo o con qualsiasi cosa ad esso collegata“. E mentre in Italia le nicotine pouches entrano nei negozi di sigarette elettroniche, un prodotto simile – appunto lo snus che invece contiene tabacco – è molto diffuso in Svezia, dove ha contribuito a ridurre la dipendenza dalle sigarette combustibili di molti fumatori. Ma le convinzioni che sono dietro alla richiesta del ministro belga sono le stesse che animano gli oppositori del vaping e cozzano con la letteratura scientifica. “Queste buste di nicotina, come le sigarette elettroniche e il vaping, possono essere un trampolino di lancio verso il fumo in giovane età“, ha infatti dichiarato Vandenbroucke, “per questo motivo stiamo optando con decisione per il loro divieto. Lo facciamo perché la tutela della salute dei bambini e dei giovani è una priorità assoluta“. Un disco già ascoltato, insomma nulla di nuovo sotto il cielo di Bruxelles.

 

Spagna/GibilterraContrabbandieri di sigarette (tradizionali) creano incidente diplomatico nel Mediterraneo
Ironizzando, si potrebbe dire che le sigarette tradizionali non nuocciono solamente alla salute ma anche ai rapporti diplomatici. Quanto avvenuto sulle rive sud-occidentali del Mediterraneo lo testimonia: contrabbandieri di tabacco in fuga dagli agenti doganali hanno causato un piccolo incidente tra Gibilterra e la Spagna, con la prima che ha accusato la seconda di “grave violazione della sovranità britannica” dopo che due funzionari doganali spagnoli sono entrati nelle acque territoriali di Gibilterra durante un’operazione anti-contrabbando. I media spagnoli sostengono che la barca degli agenti doganali di sua maestà Filippo VI abbia perso potenza mentre inseguiva i contrabbandieri e che contro di loro siano stati anche sparati dei colpi di arma da fuoco. Risultato: il primo ministro di Gibilterra, Fabian Picardo, ha affermato che i fatti devono essere indagati prima di intraprendere un’azione diplomatica, mentre il ministro degli Esteri spagnolo ha condannato l’attacco agli agenti doganali, che hanno subito gravi ferite e ha affermato di “respingere categoricamente” la dichiarazione del premier Picardo, così come “le rivendicazioni di presunta sovranità britannica sul territorio e sulle acque di Gibilterra contenute al suo interno”. Tutto per colpa di una partita di “bionde”.

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