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Lotta al fumo, proibire è la via più comoda per non affrontare il problema

Ammonita dall'Europa, la Slovenia non soltanto si adegua alla Tpd ma addirittura introduce nuovi divieti che, guarda caso, sono proprio quelli che chiede l'Oms.

Il ministero della salute sloveno ha potenziato le restrizioni sulle sigarette elettroniche. A seguito del richiamo ricevuto dalla Commissione europea per non avere ancora recepito integralmente la Tpd, il governo guidato da Robert Golob ha deciso non soltanto di adeguarsi ma addirittura di inserire norme ancora più stringenti. Il disegno di legge presentato dal ministro della salute Loredan prevede di vietare l’utilizzo di aromi diversi dal tabacco nei liquidi per sigarette elettroniche. “Per precauzione – ha spiegato il titolare del dicastero – viene introdotto il divieto di tutti gli aromi per le sigarette elettroniche, ad eccezione del tabacco“. Inoltre, verranno chiuse le sale per fumatori in tutti i luoghi pubblici e di lavoro. Verrà introdotta una nuova tassazione su tutti i prodotti del tabacco, riscaldato e tradizionale, oltre sui liquidi da inalazione. Sarà poi vietata anche la vendita e la pubblicità sul web. Il ministero, ripetendo a memoria i messaggi dell’Organizzazione mondiale di sanità, ritiene che queste misure “contribuiranno all’attuazione della strategia antifumo entro il 2030, che mira a portare il tasso di fumatori di sotto del 5%“. Le ultime statistiche, per il 2020, mostrano che un adulto su cinque e un quindicenne su dieci fumano. Le modifiche, in consultazione pubblica fino al 30 marzo, sono state accolte con favore dall’Istituto nazionale di sanità pubblica, che ha anche proposto misure aggiuntive, come la riduzione del numero di negozi, l’introduzione del divieto di vendita del tabacco da mastico e da fiuto e il divieto di utilizzare le sigarette elettroniche e i prodotti del tabacco riscaldati anche in alcuni spazi all’aperto. In sostanza, la Slovenia non soltanto sta applicando la Tpd come avrebbe dovuto fare già almeno sette anni fa ma addirittura sta aggiungendo ulteriori restrizioni che, guarda caso, sono proprio quelle che chiede l’Oms e che vari governi europei – tra cui quello italiano – stanno timidamente proponendo nell’agone politico. Se queste sono le premesse, occorre prestare moltissima attenzione alla fase preliminare di riscrittura della direttiva europea sui tabacchi e prodotti liquidi da inalazione (Tpd). Perché, come sempre, quando non si vuole risolvere un problema, la strada più comoda da perseguire è quella della proibizione.

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