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Vietare gli aromi nelle sigarette elettroniche fa aumentare il fumo

Uno studio americano evidenzia la pericolosità delle politiche restrittive sui gusti nei liquidi per il vaping.

Vietare gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche fa diminuire le vendite dei prodotti del vaping, come voluto, ma allo stesso tempo fa crescere quelle di sigarette combustibili (anche di quei marchi diffusi soprattutto fra i giovani), estremamente più dannose. Sono queste le preoccupanti conclusioni di uno studio appena pubblicato su Social Science Research Network, intitolato “E-cigarette Flavor Restrictions’ Effects on Tobacco Product Sales”. La prima autrice del lavoro è Abigail Friedman della Scuola di salute pubblica presso l’Università di Yale, che da molto tempo si occupa degli effetti indesiderati dei divieti negli Stati Uniti. Con lei hanno collaborato Alyssa Crippen dello stesso ateneo, Alex C. Liber della Georgetown University e Michael Pesko della Facoltà di economia presso l’Università del Missouri.
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi alle vendite di e-cigarette e di sigarette tradizionali in 44 Stati americani da gennaio 2018 a marzo 2023, tenendo conto che più di 375 località e 7 Stati hanno vietato la vendita di prodotti per il vaping aromatizzati. Utilizzando varie metodologie di analisi, gli autori arrivano alla conclusione che vietare i gusti nei prodotti per il vaping si traduce in una maggiore vendita di sigarette a tabacco combusto. Per la precisione, per ogni cartuccia da 0,7 ml (l’unità presa a misura dallo studio) di liquido  in meno, vengono vendute 15 sigarette in più, coerentemente con la teoria che vede i due prodotti come sostituti uno dell’altro. I dati dimostrano anche che l’aumento delle vendite di sigarette si è verificato subito dopo l’introduzione del bando sugli aromi e continua a crescere nel tempo. Questo aumento è stato riscontrato anche per quei marchi di sigarette consumati prevalentemente da giovani e minorenni.
Secondo gli autori, questo studio deve rappresentare un allarme per i politici. Non solo sempre più Stati americani vietano la vendita di liquidi aromatizzati, ma la stessa Food and Drug Administration non ha autorizzato la vendita di nessun prodotto con gusto diverso dal tabacco, aprendo la strada a un divieto de facto a livello nazionale. Un dibattito che non si ferma agli Usa, ma che sta coinvolgendo anche l’Unione europea. Ma, continua lo studio, la minore pericolosità delle sigarette elettroniche rispetto al tabacco combusto, non giustifica misure così draconiane.
Coerentemente con questo quadro e con le prove che le Ends (i prodotti elettronici per la somministrazione di nicotina, ndr) sono meno letali delle sigarette combustibili – si legge – alcuni eminenti studiosi hanno sostenuto una regolamentazione dei prodotti del tabacco proporzionata al loro rischio. Questo approccio eviterebbe di conferire ai prodotti combustibili più letali un vantaggio competitivo rispetto ad alternative meno letali. Renderlo operativo nel contesto degli aromi potrebbe significare che negli Ends saranno disponibili più aromi rispetto alle sigarette”. Come già accade per altri prodotti a base di nicotina, come le gomme che sono commercializzate in una grande varietà di gusti.
Insomma, la via dei divieti non è quella giusta, penalizza i fumatori adulti e non tutela i giovani. “In questo studio – scrivono infatti gli autori nelle conclusioni – scopriamo che le politiche sugli aromi negli Ends riducono le vendite di Ends aromatizzati come previsto, ma aumentano anche le vendite di sigarette in tutti i gruppi di età. Poiché le sigarette sono molto più letali degli Ends, l’alto tasso di sostituzione qui stimato suggerisce che, in generale, eventuali benefici per la salute della popolazione derivanti dalle politiche sugli aromi Ends sono probabilmente piccoli o addirittura negativi”.

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