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La stangata portoghese: 3,5 euro di tassa per flaconcino di liquido

Rincaro presentato in legge di bilancio. Prelievo dimezzato se il liquido non contiene nicotina.

È tempo di legge di bilancio in tutti i Paesi. In attesa dei conti italiani che, come anticipato nei giorni scorsi potrebbero vedere notevoli rincari per quanto riguarda l’imposta di consumo sui liquidi per sigarette elettroniche, il governo portoghese ha già fatto la sua scelta. Dal primo gennaio, se il parlamento approverà il testo così come presentato, i liquidi con nicotina subiranno una super tassazione di 0,351 euro per millilitro e quelli senza di 0,175 euro al millilitro. Nei fatti, un flacone liquido nicotinizzato da 10 ml sarà gravato da 3,51 euro di tassa (1,75 se senza nicotina). Un importo insostenibile, addirittura quasi il doppio di quello italiano che è già tra i più alti d’Europa. “Aumentare la tassazione degli e-liquid in questo modo – commenta Alberto Gómez Hernández, community manager della World Vapers’ Alliance – renderà lo svapo un’opzione meno attraente per consumare nicotina e impedirà ai gruppi a basso e medio reddito di accedere ai prodotti. Rischia di spingere i vaper a tornare a fumare e di impedire ai fumatori di cambiare a causa dell’alta incidenza economica. Il Portogallo dovrebbe seguire l’esempio dei Paesi che stanno riducendo con successo i tassi di fumo incoraggiando i fumatori a cambiare, come il Regno Unito e la Svezia, invece, se l’ipotesi del governo andrà in porto, avrà l’aliquota di accisa sui prodotti da svapo più alta di tutta l’Unione europea”. Inoltre, gli e-liquid contenenti e senza nicotina saranno soggetti ad un’imposta minima corrispondente rispettivamente al 25% e al 12,5% dell’imposta applicabile alle sigarette tradizionali. “Il vaping – conclude Gómez Hernández – è il 95% meno dannoso del fumo e come tale dovrebbe essere trattato. Il governo portoghese dovrebbe seguire un approccio basato sul rischio nella tassazione degli e-liquid e poiché il rischio dello svapo è inferiore del 95%, anche le tasse dovrebbero essere inferiori del 95% rispetto quelle del tabacco”.

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