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Oms: fumo in calo, grandi progressi di Svezia e Regno Unito

Dai dati del report emerge il successo di paesi che hanno approccio liberale verso sigaretta elettronica e riduzione del danno.

Sono 1,25 miliardi in tutto il mondo i consumatori di tabacco, secondo le stime pubblicate oggi dall’Organizzazione mondiale di sanità nel suo rapporto biennale intitolato “Who global report on trends in prevalence of tobacco use 2000-2030”. Si tratta di una riduzione rispetto agli 1,30 miliardi stimati nel 2020, anche se l’organizzazione stessa avverte che non è possibile fare paragoni diretti con l’edizione precedente del rapporto, a causa del cambiamento dei dati che migliora di volta in volta. In ogni caso il trend in diminuzione è visibile a livello globale.
Diminuisce però, sempre rispetto alle previsioni di due anni fa, anche il numero dei paesi che raggiungerà l’obiettivo di una riduzione relativa del consumo di tabacco del 25% entro il 2025. Secondo le nuove previsioni ci riusciranno 56 Stati, quattro in meno rispetto ai 60 pronosticati nel rapporto precedente. In alcune zone, poi, il consumo di tabacco è addirittura aumentato. È il caso del Congo, l’Egitto, l’Indonesia, la Giordania, l’Oman e la Moldavia. La regione in cui si usa più tabacco rimane quella del Sud-est asiatico (26,5%), seguita a breve distanza da quella europea (25,9%) che, oltre a tutti i paesi dell’Unione, comprende anche tutti i paesi est europei, caucasici, baltici, la Russia e Israele. Vengono poi la regione del Pacifico occidentale (22,5%), quella del Mediterraneo orientale (17,9%), quella delle Americhe (16,6%) e quella africana (9,5%).
Questi dati riguardano solo il consumo di tabacco. Per quanto riguarda invece le sigarette elettroniche, il rapporto conclude che al momento non è possibile calcolare stime sull’uso globale né fra gli adulti né fra gli adolescenti, a causa dell’incompletezza dei dati provenienti dalle indagini nazionali. Ma a guardare bene nei dati annessi al rapporto, emerge qualcosa di interessante. Secondo le previsioni, infatti, nel 2030 i tassi di fumo più bassi in Europa saranno quelli di Svezia, Regno Unito e Islanda, tutti paesi che hanno un atteggiamento liberale nei confronti dei prodotti a rischio ridotto a base di nicotina.

Delon Human

Lo sottolinea Delon Human, presidente di Health Diplomats e leader del movimento Smoke Free Sweden, che afferma: “Gli ultimi dati ufficiali dell’Oms sono una chiara conferma che le alternative a rischio ridotto, come le sigarette elettroniche e le bustine di nicotina, stanno aiutando i fumatori adulti a liberarsi dalla loro letale abitudine”. Secondo lui questi prodotti rappresentano un’uscita di emergenza dalle sigarette a tabacco combusto e possono salvare milioni di vite in tutto il mondo. “La Svezia – continua Human – è ora a un passo dal raggiungere la soglia fissata dall’Oms per dichiararsi ufficialmente senza fumo. Sarà la prima nazione sviluppata al mondo a raggiungere questo obiettivo, grazie a politiche che hanno reso i prodotti alternativi con nicotina accettabili, accessibili e economicamente abbordabili per i fumatori adulti”. Tutto questo si traduce in benefici sanitari tangibili. Rispetto al resto dell’Unione Europea, infatti, la Svezia ha il 44% in meno di decessi legati al tabacco, un tasso di cancro inferiore del 41% e il 38% in meno di decessi attribuibili a qualsiasi tipo di cancro.
I dati del rapporto Oms premiano anche il Regno Unito, finora paladino dell’uso del vaping per sconfiggere il fumo. Secondo le stime, entro il 2025 il paese avrà ridotto il tasso di fumo del 48% rispetto al 2010. “Il rapporto pubblicato oggi – conclude quindi Human – sottolinea l’importanza di garantire ai fumatori l’accesso ad alternative meno dannose. Poiché sempre più paesi evidentemente non riescono a raggiungere gli obiettivi dell’Oms per la riduzione del fumo, il messaggio non potrebbe essere più semplice: seguire la scienza e agire in base alle prove che dimostrano che i prodotti alternativi alla nicotina sono la chiave per un futuro senza fumo”.

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