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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 18 al 24 febbraio

Anche la Polonia si unisce alle nazioni che vieteranno le sigarette elettroniche usa e getta. Intanto è ufficiale: la Tpd 3 sarà scritta dalla Commissione nominata dopo le elezioni europee di giugno.

Unione europeaSlitta alla prossima legislatura la revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco
È stata rinviata alla prossima legislatura europea la revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco, che regolamenta anche le sigarette elettroniche e i liquidi con nicotina. Il rinvio era nell’aria ed è stato confermato ufficialmente dal portavoce della Commissione per la salute pubblica e la sicurezza alimentare Stefan de Keersmaecker. Sarà dunque la prossima Commissione europea a prendere in mano l’eredità del lavoro elaborato sotto la squadra di Ursula von der Leyen, anche se ci sono molte probabilità che la presidente tedesca uscente sarà alla guida anche della prossima Commissione. De Keersmaecker ha aggiunto che l’eventuale revisione della Tpd terrà conto dei risultati della valutazione sulle norme attuali, di una approfondita valutazione d’impatto e delle consultazioni pubbliche sulla direttiva. Le elezioni europee si svolgeranno nei 27 Paesi dell’Unione fra il 6 e il 9 giugno prossimi.

Revisione della Tpd rimandata alla prossima Commissione europea

 

PoloniaIl governo annuncia per l’estate un piano per bandire le e-cig usa e getta
L’onda lunga dell’ostracismo alle sigarette elettroniche usa e getta arriva anche in Polonia. Il viceministro della Sanità polacco Wojciech Konieczny ha infatti annunciato di voler predisporre entro l’estate uno schema normativo per vietare la vendita dei dispositivi usa e getta. Il ministro ha giustificato tale progetto con la volontà di tutelare le fasce più giovani che sarebbero attratte dalla semplicità di tali dispositivi. Fin qui nulla di diverso da quel che sta avvenendo anche in Paesi fino a questo momento vape-friendly come il Regno Unito. Tra le pieghe delle dichiarazioni di Konieczny c’è però da temere che il governo polacco intenda andare oltre e mettere in discussione anche alcuni aromi dei liquidi per e-cig.

Anche la Polonia sulla strada di vietare le sigarette elettroniche monouso

 

AustraliaQuella tentazione proibizionista capace di sopravvivere a tutti i fallimenti
Più fallisce più si ripropone. O meglio viene riproposta. Si parla della tentazione proibizionista, nel nostro caso riferita alle politiche sul vaping. Siamo ormai nel pieno di una nuova ondata di divieti e restrizioni che in tanti Paesi innerva le legislazioni sui prodotti del vaping. Finanche in quei Paesi – come il Regno Unito – che si erano fin qui distinti per approcci favorevoli alle politiche di riduzione del danno, con risultati estremamente incoraggianti sul fronte della lotta al fumo e alle malattie (spesso mortali) derivate dal suo consumo. Al contrario le ricette proibizioniste registrano un fallimento dietro l’altro, con effetti deleteri sia sulla ripresa del numero dei fumatori che sull’espansione di mercati neri, diffusione di prodotti illeciti e buchi finanziari. Un documento intitolato “Briefing on the Proibition of Vaping and Organised Crime” pone ora l’attenzione su quanto accade in Australia. Si tratta di un lavoro a più mani, redatto dai medici Colin Mendelson, fondatore dell’Australian Tobacco Harm Reduction Associaton, e Alex Wodak dell’Alcohol e Drug Service del St Vincents’ Hospital di Sydney, insieme a James Martin, criminologo presso la Deakin University di Melbourne, Robert Richter, avvocato penalista e docente di legge presso la Victoria Universtity di Melbourne, e Rohan Pike, già funzionario della Australian Federal Police e fondatore dell’unità contro il contrabbando di tabacco della polizia di dogana australiana. La sostanza: il proibizionismo non funziona e alimenta un contrabbando che è impossibile arginare. I dettagli nell’approfondimento di Sigmagazine.

Sigarette elettroniche e proibizionismo, una ricetta che non funziona

 

IndiaIn aumento i casi di cancro per il fumo, politiche di harm reduction potrebbero salvare molte vite
L’India dovrebbe adottare strategie di riduzione del danno per ridurre i costi della sanità relativi alle malattie causate dal fumo. È quanto suggerisce la Global Sustainability Alliance (Gsa), un gruppo focalizzato sullo sviluppo di soluzioni globali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Un recente rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità suggerisce che i nuovi casi di cancro saliranno probabilmente ad almeno 35 milioni nel 2050, un aumento del 77% rispetto ai casi diagnosticati nel 2022. E secondo l’Indian Council of Medical Research, nel 2020 i tumori legati al tabacco rappresentavano il 27% del totale dei casi. E se l’Oms si guarda bene dal promuovere politiche di harm reduction, il Gsa consiglia all’India proprio questa strada, supportato da una parte dei medici locali. “Il cancro è una seria preoccupazione per la nostra popolazione, soprattutto perché l’uso del tabacco, che è evitabile, è una delle cause principali”, ha affermato in una nota Bharat Gopal, direttore di Pneumologia del Delhi Heart & Lung Institute. “Non esiste un modo sicuro per consumare il tabacco”, ha aggiunto Gopal, “tuttavia un rischio maggiore di cancro deriva dalla combustione del tabacco o dal fumo di tabacco. La maggior parte delle sostanze tossiche, compresi gli agenti cancerogeni, vengono rilasciate a causa della combustione”. Quindi il suo appello: “Se potessimo in qualche modo eliminare la combustione dal processo, ridurremmo i danni e aiuteremmo a salvare vite umane”.

 

Gran BretagnaProposta Ukvia: vendita di prodotti del vaping solo in punti autorizzati dallo Stato
L’associazione del settore del vaping UKvia ha presentato al parlamento inglese un piano per l’introduzione di un sistema di autorizzazioni per i negozi e i distributori di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione. La misura, che ricalca in buona parte il modello di vendita italiano, era stata a lungo caldeggiata da parte del mondo industriale del settore. Elaborato grazie al contributo di esperti della materia e al sostegno di alcuni parlamentari, il sistema proposto aiuterebbe – secondo i promotori – ad arginare non solo la vendita ai minori di prodotti a loro vietati, ma anche quella di dispositivi di contrabbando, soprattutto monouso. In Gran Bretagna la vendita di sigarette elettroniche non è soggetta ad alcun vincolo, per cui qualsiasi esercizio commerciale può vendere prodotti del vaping, con evidenti problemi di controllo delle regole pur in vigore. Un sistema di licenze, secondo l’associazione, non solo porrebbe un argine a queste pratiche scorrette ma produrrebbe anche fondi per finanziare i controlli, attraverso le tariffe di adesione (che sarebbero più alte per i grossisti e più basse per i negozi) e le multe comminate a chi infrange la legge. Su Sigmagazine i dettagli della proposta di UKvia.

L’industria della sigaretta elettronica inglese vuole il modello di vendita italiano

 

UsaAppello di Rigotti: nella lotta al fumo la comunità scientifica non può più ignorare la sigaretta elettronica
In un’editoriale sul New England Journal of Medicine la dottoressa americana Nancy Rigotti commenta lo studio svizzero coordinato da Reto Auer sull’uso delle e-cigarette per la cessazione del fumo (citato anche in Svapoworld della scorsa settimana) lanciando un appello alla comunità scientifica: “Le evidenze scientifiche portano alla netta conclusione che le sigarette elettroniche sono strumenti che i medici possono utilizzare per aiutare gli adulti a smettere di fumare, soprattutto quelli che non riescono a farlo con gli strumenti attualmente riconosciuti”, scrive Rigotti. Nell’acceso dibattito in corso sulle limitazioni per tutelare i giovani non va dunque dimenticato il dato di realtà “che le sigarette elettroniche potrebbero aiutare i 28 milioni di adulti statunitensi che ancora fumano”. Rigotti è una dei principali esperti al mondo di trattamento della dipendenza dal tabacco e dirige il Tobacco Research and Treatment Center, di cui è fondatrice, presso il Massachussetts General Hospital.

“La comunità medica non può più ignorare la sigaretta elettronica”

 

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