Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Organizzazione Mondiale di Sanità lancia campagna contro sigarette elettroniche

Nella pagina dell'organizzazione tanti luoghi comuni, nessuna citazione scientifica e parecchi scivoloni.

È partita pochi minuti fa sul profilo Twitter dell’Organizzazione mondiale di sanità una campagna per scoraggiare l’uso delle sigarette elettroniche, tramite la pubblicazione di infografiche che danno informazioni nel migliore dei casi controverse. I link rimandano ad una pagina del sito internazionale dell’Oms messa online ieri dal titolo: “Sigarette elettroniche, quanto sono pericolose?”. La formula è quella delle domande e risposte, nelle quali l’organizzazione prende una netta posizione contro lo strumento di riduzione del danno, ma pure parecchi scivoloni, senza peraltro mai citare uno studio o un riferimento scientifico.
Il più clamoroso è quando, rispondendo alla domanda “Le sigarette elettroniche (Ends) causano lesioni polmonari?”, l’organizzazione risponde che “vi sono prove crescenti che gli Ends (cioè i Sistemi elettronici di somministrazione di nicotina) possono causare lesioni polmonari”. Le “prove”, spiegano, sarebbero i 2409 ricoverati le 52 vittime registrate negli Stati Uniti negli ultimi mesi. Ma è mai possibile che alle orecchie dei solerti funzionari dell’Oms non sia giunta voce che questi casi sono stati collegati non all’uso di prodotti per la vaporizzazione con nicotina, ma di liquidi illegali al Thc, contenenti acetato di vitamina E? Tanto che gli stessi Cdc hanno dovuto alla fine ritrattare la raccomandazione di astenersi dall’usare le sigarette elettroniche?
Il Question & Answer dell’Oms è un concentrato dei peggiori luoghi comuni sul vaping, quasi sempre smentiti da studi e ricerche. Gli Ends, si legge, emettono nicotina e sostanze tossiche dannose per gli utilizzatori e per terzi e  si è scoperto che anche alcuni device dichiarati senza nicotina, invece la contengono. Che è una cosa che un po’ ricorda la storia degli sconosciuti che mettevano la droga nelle caramelle. I liquidi, poi, causano bruciature alla pelle e avvelenamenti, mentre i device esplodono e provocano incendi.
Addirittura si adombra il sospetto che le sigarette elettroniche siano più pericolose di quelle tradizionali. La risposta alla domanda specifica, infatti, non è un secco no, ma: “Questo dipende da una varietà di fattori, compresa la quantità di nicotina e di altre sostanze tossiche contenute nei liquidi riscaldati”. E per quanto riguarda le emissioni, anche queste sono pericolose – leggiamo – perché contengono sostanze tossiche, “compreso il glicole che è utilizzato per fare l’antigelo”.
Niente da fare nemmeno come strumento per smettere di fumare. In spregio alla corposa letteratura scientifica di qualità che dice il contrario, l’Oms informa che “non vi sono abbastanza prove per sostenere l’uso di questi prodotti per la cessazione del fumo”. Ma poi consiglia: “Per i consumatori di tabacco che vogliono smettere, vi sono altri prodotti testati, più sicuri e brevettati, come le terapie nicotiniche sostitutive (come cerotti e gomme), oltre ai servizi telefonici, i messaggi sul cellulare ed altri trattamenti specializzati nella dipendenza dal tabacco”.
Le sigarette elettroniche dovrebbero essere vietate?”, si chiede l’organizzazione. E la risposta sembra un suggerimento: “I Paesi possono scegliere di proibirle. Attualmente sono vietate in trenta Paesi, con molti altri che stanno valutando se farlo per proteggere i giovani”. L’alternativa suggerita è una pesante regolamentazione che limiti la pubblicità, la promozione, l’uso al chiuso e sui luoghi di lavoro e, soprattutto, una tassazione simile a quella dei prodotti del tabacco.
Insomma, la linea dell’Oms è chiara e continua a emergere a ogni uscita dell’organizzazione sul tema. Fa però specie che l’istituto mondiale a tutela della salute utilizzi argomenti così semplicistici, quando non chiaramente strumentali, verso uno strumento che ha le potenzialità per ridurre il danno del fumo. Che, non si dovrebbe mai dimenticare, uccide ancora 8 milioni di persone all’anno in tutto il mondo.

Articoli correlati