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Le autorità britanniche compiono un nuovo, importantissimo passo avanti in favore del vaping. La Committees of Advertising Practice, la commissione che detta le regole in campo di pubblicità, ha appena annunciato che è stato tolto il divieto di fare affermazioni sulla salute nella pubblicità di sigarette elettroniche. La misura, dirompente, era nell’aria almeno dallo scorso settmbre, quando il presidente della Commissione scienza e tecnologia del Parlamento, Norman Lamb, aveva apertamente affermato di fronte ai colleghi che bisognava passare “a un quadro normativo proporzionato al rischio, nel quale le norme, le regole sulla pubblicità e le tasse riflettano il danno relativo delle varie sigarette elettroniche e dei prodotti del tabacco esistenti”. Un concetto riaffermato con forza anche nell’intervista rilasciata a Sigmagazine e pubblicata sul numero del bimestrale cartaceo attualmente in distribuzione.
Dunque, vista la volontà politica e quella delle istituzioni sanitarie, il Cap ha fatto quello che poteva nell’ambito dell’esistente legge sul tabacco. Dall’articolo 22.5 che recita “le comunicazioni pubblicitarie non possono contenere affermazioni sulla salute o mediche, a meno che il prodotto non sia stato autorizzato a quello scopo dall’Mhra (l’agenzia regolatrice del farmaco, ndr)”, è stata semplicemente cancellata la parola “health”, sulla salute.
Ora bisognerà definire in concreto cosa i produttori potranno fare e cosa no per pubblicizzare i loro prodotti e probabilmente sarà necessario andare oltre la Tpd per dare vera libertà. Ma una cosa è certa: dal Regno Unito ci arriva di nuovo uno splendido segnale, primo Paese europeo, secondo al mondo dopo il Canada.