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Drugstore ritira dalla vendita le sigarette elettroniche ma non il tabacco

L'ex commissario dell'Fda Gottlieb disapprova la scelta, ma in molti gli rimproverano di essere il responsabile del clima ostile verso le e-cig.

La caccia alle streghe contro la sigaretta elettronica negli Stati Uniti inizia a dare i suoi frutti. E spesso si tratta di frutti avvelenati. La catena di drugstore Rite Aid, la più diffusa sulla costa orientale e la terza in tutto il Paese, ha annunciato ieri che smetterà di vendere e-cigarette e prodotti del vaping. Lo ha dichiarato il nuovo Chief operating officer Bryan Everett, spiegando che la scelta dell’azienda nasce dalla preoccupazione della tanto paventata “epidemia fra i minori” dell’uso dell’e-cig. C’è qualcosa che stona, però, in tutta questa filantropia. E cioè che la catena Rite Aid non ritirerà dagli scaffali anche le sigarette tradizionali, che continueranno ad essere disponibili per i consumatori. Ed è difficile trovare una logica nel togliere dalla vendita il prodotto che riduce il danno, lasciando invece quello che fa più male.
O forse è piuttosto facile. Il primo a suggerire una risposta è, incredibilmente, Scott Gottlieb che, appena abbandonata la carica di commissario della Food and Drug Administration, scrive un tweet sorprendente: “Eh? Rite Aid vieta le e-cig a basso rischio ma si continua a vendere le sigarette combustibili? La catena di drugstore media (negozi senza farmacie) ottiene circa il 30% delle vendite totali di sigarette con un margine lordo del 15-20%. Presumibilmente Rite Aid è dipendente da tale flusso di cassa”.
C’è di che saltare sulla sedia, visto che è stato proprio sotto la guida di Gottlieb che l’Fda si è lanciata in una crociata contro il vaping, usando parole scelte per creare il panico (come “epidemia”) e lanciando allarmi non sostenuti dai dati (si veda, per esempio, quello su un presunto legame fra uso della sigaretta elettronica e convulsioni). E infatti sono tantissime le risposte al tweet dell’ex commissario che mostrano sconcerto, sottolineando come proprio Gottlieb sia il principale responsabile del clima di terrore creato intorno alla sigaretta elettronica.
È un messaggio in codice? – chiede qualcuno – Ci stai dicendo che negli ultimi due anni ti hanno tenuto in ostaggio, mentre la Fda promuoveva l’idea (che si è largamente diffusa) che le sigarette elettroniche e i prodotti del vaping possono essere pericolosi quanto le sigarette o anche di più?”. E, fra chi accusa l’ex commissario di bipolarità e di aver demonizzato un prodotto che può salvare la vita a milioni di fumatori, qualcuno fa ipotesi più concrete: “Questo è il migliore esempio di bue che dice cornuto all’asino. L’Fda non potrebbe essere più dipendente dai soldi dell’industria del tabacco… Come il resto degli Stati dell’Unione”. Mentre qualcun altro ricorda che “il Center for Tobacco Products dell’Fda è finanziato esclusivamente dalle tasse sul consumo di tabacco”.

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