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#MAGGIOrVAPORE, con l’e-cig si salverebbero 7 milioni di vite in 10 anni

Ricercatori statunitensi hanno simulato cosa accadrebbe in un decennio se i fumatori passassero alla sigaretta elettronica.

Per tutto il mese di maggio, in occasione della campagna #maggiorvapore = #minordanno, riproporremo quotidianamente un articolo di archivio riguardante svapo e salute. Sarà un’occasione per ripercorrere le tappe salienti di una letteratura scientifica sugli effetti della sigaretta elettronica che, dal 2015 ad oggi, ha messo molti punti fermi, stabilendo che il vaping riduce drasticamente il rischio e il danno del fumo.

da Sigmagazine del 5 ottobre 2017

Cosa succederebbe se tutti i fumatori passassero alla sigaretta elettronica? Se lo è chiesto un gruppo di ricercatori del Lombardi Comprehensive Cancer Center della prestigiosa Georgetown University a Washington, coordinati dal professor David T. Levy del Dipartimento di oncologia. Levy non è nuovo nel panorama degli scienziati che guardano al vaping come una risorsa; nel 2016 fu fra i firmatari di un appello rivolto alla Food and Drug Administration affinché non tassasse l’ecig, mentre è dei mesi scorsi la pubblicazione di una sua ricerca che dimostra come l’uso della sigaretta elettronica aumenti concretamente le probabilità di riuscire a smettere di fumare. Questa volta, però, i ricercatori della Gerogetown University partono da un dato concreto: le politiche americane di controllo del tabacco hanno un impatto piuttosto lento. Dati alla mano, vediamo cosa succederebbe se si adottasse una strategia diversa, cioè quella di convertire i fumatori in vaper.
Nello studio pubblicato sul British Medical Journal lo scenario “status quo”, sviluppato per proiettare il tasso dei fumatori e i benefici della salute in assenza del vaping, viene paragonato a un modello alternativo in cui il fumo è in gran parte sostituito dal vaping per un periodo di 10 anni. Per questo secondo modello, i ricercatori hanno elaborato due scenari possibili, uno più ottimistico e uno più pessimistico, che differiscono in termini di danno relativo della sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale e di impatto generale sull’iniziazione e la cessazione.
Secondo Levy e i suoi ricercatori, nello scenario più ottimistico sostituendo la sigaretta con l’ecig negli Stati Uniti in dieci anni si avrebbero 6 milioni 600mila morti premature in meno e 86 milioni 700mila anni di vita persi in meno. Nello scenario più pessimistico, le morti risparmiate sarebbero 1 milione 600mila e gli anni di vita 20 milioni 800mila. A trarne maggiore beneficio sarebbero i quindicenni del 2016, che guadagnerebbero in aspettativa di vita media.
Numeri che, in entrambe le ipotesi formulate, potrebbero far compiere alle politiche antifumo il necessario salto di qualità e di efficacia. E infatti lo studio di Levy si conclude con un appello: “La comunità che si occupa di tobacco control è divisa sul ruolo delle sigarette elettroniche. Le nostre proiezioni dimostrano che la strategia di sostituire il fumo di sigarette con il vaping porterebbe a un guadagno importante di anni di vita, anche partendo dai presupposti più pessimistici per quanto riguarda la cessazione, l’iniziazione e il danno relativo”.

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