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Sigarette elettroniche, esperti tedeschi chiedono il modello Gran Bretagna

In occasione della presentazione del Sesto Rapporto sulle dipendenze si sottolinea l'importanza della pubblicità dei prodotti del vaping.

Si torna a parlare di sigarette elettroniche in Germania nel VI Alternativer Drogen und Suchtbericht (il rapporto sulle droghe alternative e sulle dipendenze), presentato oggi a Berlino. Il poderoso documento di 174 pagine spazia in diversi campi, dalla droga all’alcool, agli oppiacei, la cannabis, il tabacco e le politiche di controllo del tabacco. E proprio in quest’ultimo ambito si affronta il tema della riduzione del danno e della regolamentazione delle sigarette elettroniche. Ad occuparsene sono due esperti di cui abbiamo parlato molte volte su queste colonne: Heino Stöver, docente di Scienze sociali e specializzato in prevenzione e trattamento delle dipendenze che nel 2016 ha curato la stesura del primo volume in ligua tedesca Die E-Zigarette – Geschichte – Gebrauch – Kontroversen (La sigaretta elettronica, storia, uso e contorversie), e Dietmar Jazbinsek, giornalista specializzato in politiche di prevenzione.
Stöver dedica sei pagine ad esaminare la politica di controllo del tabacco della Gran Bretagna, indicandola come modello per il legislatore tedesco. Il Paese, spiega il professore di Francoforte, ha da tempo adottato una linea antifumo “chiara e coerente”, alla quale si sposa un “atteggiamento liberale nei confronti della sigaretta elettronica”. In Gran Bretagna, continua Stöver, l’e-cigarette viene promossa attivamente ed è la colonna portante della strategia del governo per ridurre il consumo di tabacco. “Questa visione positiva del vaping – spiega – si è sviluppata grazie a molteplici ricerche scientifiche sugli effetti e sull’efficacia della sigaretta elettronica”. Le istituzioni sanitarie e politiche britanniche si sono infatti attivamente impegnate per valutare il nuovo strumento (lo ha fatto Public Health England, il Royal College of Physicians e lo stesso Parlamento), convincendosi degli effetti positivi sulla salute pubblica e cercando di incoraggiare i fumatori a passare allo svapo.
Anche in Germania, continua il professore, la sigaretta elettronica è uno dei metodi più popolari per smettere di fumare. Ma vi sono molti nodi da affrontare. Il primo è che questi prodotti vengono regolamentati come il tabacco, un ostacolo che impedisce di sfruttarne tutte le potenzialità sanitarie. “Con la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea – suggerisce Stöver – si presenta alla Germania la possibilità di assumere un ruolo guida per utilizzare gradualmente il potenziale di riduzione del danno della sigaretta elettronica”.
Il secondo è quello dell’opinione pubblica, che ancora in gran parte non conosce i benefici del vaping rispetto al fumo ed è anzi convinta che sia altrettanto dannoso. Per questo, sostiene il professore, è assolutamente importante che sia fatta un’informazione corretta sullo strumento e che non sia soggetto al divieto di pubblicità totale, come i prodotti del tabacco. Un argomento su cui insiste anche Dietmar Jazbinsek e che i due avevano già sollevato in occasione del rapporto dello scorso anno. “La pubblicità delle sigarette elettroniche – scrive Jazbinsek – può contribuire a far passare i fumatori al vaping, riducendo così le morti fumo-correlate”. Naturalmente, specifica il giornalista, sono necessarie due precauzioni: la pubblicità non deve incoraggiare il consumo duale fra i fumatori e non deve spingere i giovani al consumo di nicotina.
Insomma, il dibattito è molto vivace in Germania. E Stöver è sicuro che la strada da seguire sia già ben tracciata. “Con la Gran Bretagna – conclude – abbiamo un esempio di si possa regolamentare la sigaretta elettronica in maniera intelligente e fondata sulla scienza. Invece di imporre una politica dei divieti, utilizzando l’approccio ‘smetti o muori’ per una tematica copmlessa come la riduzione del consumo di tabacco, bisognerebbe valutare pragmaticamente come aiutare gli interessati a ridurre velocemente i rischi per la loro salute”.

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