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Divieto aromi nelle sigarette elettroniche: traballano le certezze americane

Sarà probabilmente l'oncologo Hahn il prossimo commissario della Fda. Sul suo tavolo, la spinosa questione sui gusti nei liquidi per e-cig.

Sono sempre più insistenti le voci che indicano Stephen Hahn come prossimo commissario della Food and drug administration. Cinquantanove anni, texano, oncologo e ricercatore, direttore operativo all’MD Anderson Cancer Center di Houston, Hahn sarebbe la scelta del presidente Donald Trump per prendere il posto di Ned Sharpless, commissario ad interim dallo scorso maggio dopo le dimissioni improvvise di Scott Gottlieb. Se, dunque, il presidente non deciderà di confermare Sharpless (il cui mandato scade il 1° novembre), l’oncologo texano sembra essere il più probabile candidato alla guida dell’agenzia.
Fra le prime gatte da pelare, il nuovo commissario si troverà la questione legata alle sigarette elettroniche, che diventa sempre più intricata. All’indagine in corso sui casi di Evali, la malattia polmonare scoppiata negli ultimi mesi negli Usa, si aggiunge la questione “liquidi aromatizzati”, che l’amministrazione si era impegnata a vietare per proteggere i minori, almeno fino a che i prodotti non avessero superato l’iter di approvazione dell’Fda. Lo scorso 11 settembre in conferenza stampa il segretario per la salute, Alex Azar, aveva usato parole veementi, assicurando che sarebbero rimasti sul mercato esclusivamente liquidi e ricariche al gusto di tabacco, vietando qualsiasi aroma e citando espressamente menta e mentolo. E il presidente, presente con la first lady Melania, aveva rincarato la dose, affermando che “il vaping stava ammazzando la gente”.
La prima marcia indietro di Trump è arrivata via Twitter già tre giorni dopo. Il presidente correggeva il tiro, dicendo che “il vaping andava bene come alternativa alle sigarette, ma bisognava garantire che questa alternativa fosse sicura per tutti” e dunque era necessario “togliere dal mercato i prodotti contraffatti e impedire ai minori di svapare”. Oggi pare che l’amministrazione possa fare un’ulteriore concessione, lasciando sul mercato anche i liquidi alla menta e al mentolo. Qualche sospetto era nato già la settimana scorsa, quando Juul Labs, ormai guidata da un uomo proveniente da Altria, aveva annunciato la sospensione della vendita di tutte le ricariche aromatizzate, tranne quelle al tabacco, alla menta e al mentolo. “Forse Juul sa già che il divieto non riguarderà la menta e il mentolo?”, si era chiesto Scott Gottlieb, che non ha mai fatto mistero di ritenere l’azienda californiana responsabile della diffusione del vaping fra i minori.
Ma forse a dettare le mosse del presidente sono soprattutto considerazioni di carattere politico. I parlamentari del Partito Repubblicano, che esprime il presidente, sono spaccati sulla possibilità di un divieto su tutti gli aromi e alcuni hanno espresso pubblicamente la loro contrarietà a “vietare prodotti legali”. Chiunque segua la politica americana, sa quanto Trump in questo momento abbia bisogno del sostegno dei parlamentari repubblicani. Dall’altra parte Grover Norquist, il presidente di uno dei think tank più accreditati di area conservatrice, continua a pressare l’amministrazione affinché non emetta alcun divieto, mettendo in guardia sulle conseguenze elettorali. “I consumatori e i negozianti di sigarette elettroniche – ammonisce Norquist – sono un gruppo elettorale motivato. Ritengono che il prodotto stia salvando loro la vita e non vogliono che sia tassato o ritirato dagli scaffali”.
L’Fda, da parte sua, non fa dichiarazioni in merito. La direttiva è in preparazione ma non si sa se nel divieto saranno inclusi anche i gusti menta e mentolo. Nella situazione di permanente incertezza, l’American Vaping Association presenza delle proposte alternative al divieto: limitare la vendita di liquidi con gusti diversi dal tabacco (tutti) ai negozi specializzati per adulti e a quei siti online che garantiscono una verifica dell’età rigorosa. “Siamo nel mezzo di un panico morale – ha commentato il presidente Gregor Conley – e da questo spesso nascono cattive politiche”. Non si prevede un periodo tranquillo per il prossimo commissario dell’Fda, chiunque sarà.

 

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