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Polonia – Dal Gfn 20 appello all’uso dell’e-cig nelle terapie per la riduzione del danno
Le nuove formule dei forum virtuali una conseguenza positiva la stanno avendo: consentono la partecipazione a un maggior numero di persone che mai avrebbero potuto raggiungere i luoghi di incontro. Vale anche per le manifestazioni legate al vaping, come l’importante Global Forum on Nicotine che si svolge ogni anno a Varsavia. Migliaia sono state le persone che vi hanno partecipato, semplicemente collegandosi con i propri strumenti tecnologici, computer, tablet, smartphone. Così l’appello partito da Varsavia ha avuto grande eco. Ed è stato un appello ad abbracciare i nuovi strumenti alternativi nella lotta al tabagismo, specie nei Paesi a basso reddito medio. L’80% dei fumatori nel mondo vive in tali Paesi, dove è più difficile attuare misure di controllo del tabacco in presenza di sistemi sanitari meno in grado di far fronte al peso delle malattie legate al fumo. “Laddove disponibili e convenienti, i prodotti più sicuri a base di nicotina come i vaporizzatori, i prodotti a base di tabacco riscaldato e lo snus (tabacco da masticare) offrono ai fumatori più opzioni per abbandonare le sigarette“, è scritto nella nota firmata dal Gfn20. L’articolo di Sigmagazine approfondisce gli aspetti discussi nei principali interventi svoltisi a Varsavia.
Australia – Governo: ecig con nicotina solo su prescrizione medica. Per i vaper rischio mercato nero
Il governo australiano ha intenzione di proibire l’importazione di sigarette elettroniche contenti nicotina da vaporizzare (sia in forma di soluzione liquida che di sali) e ricariche contenti nicotina, a meno che non siano prescritte da un medico. È la misura contenuta in una proposta dell’esecutivo che dal prossimo primo luglio renderebbe difficile la vita dei vaper australiani, per i quali i canali dell’importazione dall’estero sono gli unici rimasti aperti. Nel Paese vige infatti già il divieto di vendita di liquidi con nicotina per le sigarette elettroniche. La proposta verrà sottoposta al Governatore generale del Consiglio, che è il rappresentante della corona britannica in Australia. Si tratta, però di un passaggio poco più che formale, visto che i poteri del Governatore sono principalmente onorifici e solitamente si limita a ratificare le decisioni dell’esecutivo in carica. Dura la reazione dell’Australian Tobacco Harm Reduction Association (Athra), che parla di misura anti-scientifica e irrazionale. Ai veper australiani non resterebbero che due opzioni: tornare al più dannoso tabacco o affidarsi al mercato illegale. Con tutti i rischi connessi. L’approfondimento di Sigmagazine.
Australia, sigaretta elettronica con nicotina solo con prescrizione medica
Gran Bretagna – Dal Gsthr appello all’Oms: la riduzione del danno è un diritto umano
“Per gli oltre un miliardo di fumatori in tutto il mondo la riduzione del danno da tabacco è anche un diritto umano, in quanto interseca il diritto alla salute, riconosciuto da trattati e carte internazionali“. È uno dei passi centrali del nuovo documento elaborato dal Global State of Tobacco Harm Reduction (Gsthr), che ogni due anni redige un importante rapporto che fotografa la situazione delle politiche di riduzione del danno a livello mondiale. Il documento, redatto da Ruth Goldsmith con la collaborazione di Harry Shapiro, si intitola “La riduzione del danno da tabacco e il diritto alla salute”. “Milioni di persone – scrive Goldsmith – ogni giorno fumano tabacco per consumare nicotina. Oggi ci sono diversi modi notevolmente più sicuri per consumare nicotina. Chi fuma ha il diritto di accedere a informazioni precise e ai prodotti che possono aiutarlo”. Il paper critica inoltre la posizione assunta dall’Organizzazione mondiale della sanità che, nel suo ultimo report del 2019, descriveva la riduzione del danno come “una strategia manipolativa dell’industria del tabacco”. Una critica cui si accompagna l’appello all’Oms a innescare un cambio di rotta, giacché peraltro la riduzione del danno è contemplata nella carta del 2005 della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’organizzazione stessa.
Sigarette elettroniche, la riduzione del danno da fumo è un diritto umano
Germania – Amburgo: si fa strada l’equiparazione tra fumo passivo e svapo passivo
Tiene banco in Germania la decisione dell’amministrazione di Amburgo (che al pari di Berlino e Brema gode dello status regionale di Land) di inserire nel proprio programma di legislatura una legge sul fumo passivo che equipara tabacco e svapo. La decisione è venuta da uno dei partiti della coalizione che governa la città-regione anseatica, l’Spd (i socialdemocratici), e dovrà essere condivisa dai verdi, il secondo partner di governo, prima di essere adottata nel programma. La proposta dell’Spd fa riferimento anche alla legge in via di approvazione al Parlamento federale sulla pubblicità in pubblico e nei cinema, che appunto equipara i prodotti del tabacco a quelli del vaping, e punta a inserire anche il vaping passivo nella stessa categoria del fumo passivo. Equiparazione che comporterebbe, ad esempio, l’estensione del divieto di svapo in auto alla presenza di bambini o donne incinta, esattamente come già avviene per il fumo. E nonostante studi scientifici indipendenti abbiano finora escluso qualsiasi impatto sulla salute del vaping passivo.
Usa – E-cig, se a generare incertezza è la comunicazione degli scienziati
Sigmagazine si occupa di un caso specifico in cui informazioni imprecise contenute in una ricerca scientifica possono creare quel cortocircuito informativo che alla fine diffonde cattiva informazione sugli effetti della sigaretta elettronica sulla salute. Non è dunque sempre colpa della ricerca di sensazionalismo della stampa. A volte è la stessa scienza a comunicare scorrettamente. Il caso collega il sito bioRxiv, che pubblica studi in “preprint”, cioè ancora in fase di revisione degli esperti (peer-reviewing), mancanza che però non impedisce a questi lavori di avere una certa risonanza. In questo caso una ricerca condotta da un team dell’Università statunitense di Rochester rischia di perpetuare l’errata associazione fra sigarette elettroniche e le lesioni polmonari causate negli Usa dalla cosiddetta Evali. L’articolo ricostruisce l’intera vicenda, avvertendo come una corretta informazione sulla stampa generalista possa partire solo da una corretta comunicazione da parte del mondo scientifico.
Sigaretta elettronica e Thc, quando la ricerca aumenta la confusione
Usa – Studio: controproducenti le campagne anti-ecig indirizzate ai giovani
Un rapporto presentato dal think tank americano Competitive Enterprise Institute mette sotto accusa le campagne pubbliche contro la sigaretta elettronica, in particolare quelle indirizzate ai giovani: hanno l’effetto contrario e contribuiscono, invece che a ridurlo, ad aumentare il fenomeno del vaping giovanile. L’autrice dello studio, dal titolo molto eloquente “Perverse Phsycology: how anti-vaping campaigners created the youth vaping epidemic” (Psicologia Perversa: come le campagne contro il la sigaretta elettronica hanno creato l’epidemia del vaping fra i minori), è Michelle Minton, senior fellow del pensatoio statunitense. Secondo la sua tesi, fondata sui dati empirici degli Usa, campagne di dissuasione di alcuni comportamenti, specialmente se indirizzate a una fascia di età particolarmente incline al rischio o alla ribellione come quella dei minori, sono controproducenti: creano attorno al prodotto un’aura di proibito e di peccato che ne incentiva l’uso. Esattamente quel che è accaduto negli Usa a partire dal 2018, anno che coincide con la massiccia campagna contro il vaping giovanile, che invece era diminuito nei tre anni precedenti. Sigmagazine approfondisce le tesi della studiosa americana.
Sigarette elettroniche, l’effetto boomerang delle campagne antivaping