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E-cigarette summit 2020, scienziati a convegno sulla sigaretta elettronica

È iniziata questa mattina la due giorni che riunisce i maggiori esperti anglosassoni di e-cig. Molti e importanti i temi di dibattito.

Si sono aperti questa mattina i lavori dell’E-cigarette Summit 2020, l’appuntamento ormai fisso che raccoglie personalità scientifiche, prevalentemente del mondo anglosassone, per fare il punto su scienza, normativa e salute pubblica nell’ambito della sigaretta elettronica. L’evento durerà due giorni e, come è ormai consuetudine in tempi di pandemia, sarà svolto in maniera virtuale. A introdurre i lavori di questa prima giornata è la presidente Ann McNeill, docente di Dipendenza dal tabacco presso l’Istituto di Psichiatria, psicologia e neurologia del Kings College di Londra. McNeill è una dei due autori principali della revisione di Public Health England che nel 2015 stabilì che la sigaretta elettronica riduce del 95% il danno del fumo. Una stima che nessuno è riuscito a confutare con evidenze scientifiche.
La sessione mattutina prevede altri cinque interventi. Il professore Alan Boobis, docente emerito di Tossicologia presso l’Imperial College London, si è occupeto di rischi assoluti e relativi delle sigarette elettroniche, illustrando la letteratura scientifica al momento disponibile. Segue la relazione di Jamie Hartmann-Boyce, managing editor del Cochrane Tobacco Addiction Group. Nel suo intervento, in corso mentre scriviamo, Hartmann-Boyce parla della recente revisione Cochrane, che registra maggiori evidenze sull’efficacia dell’e-cigarette con nicotina per smettere di fumare, confrontando le sue conclusioni con le posizioni del Surgeon General degli Usa e dell’Organizzazione mondiale di sanità.
La mattinata proseguirà con l’intervento di Jacob George, docente di Medicina e terapia cardiovascolare presso l’Università di Dundee e autore dell’importantissimo studio Vesuvius, finanziato dalla British Heart Foundation. Lo studio clinico, durato due anni, ha rilevato miglioramenti significativi per la salute vascolare nei fumatori passati al vaping già dopo quattro settimane. Sarà poi il turno di Sanjay Agrawal, docente di Scienza sella respirazione all’Intitute of Lung Health e allo University Hospitals of Leicester, che si occuperà degli effetti dello svapo sulla salute dei polmoni, ripercorrendo le evidenze scientifiche sulla materia con un occhio alla legislazione. La prima sessione sarà conclusa da Tom Sheldon del Science Media Center, che affronterà il delicato tema di come la sigaretta elettronica viene riportata dai media e di come sia difficile far passare la corretta informazione scientifica su un tema così divisivo.
Dopo la pausa pranzo, i lavori pomeridiani saranno riaperti da Martin Dockrell, direttore del Tobacco Control Programme di Public Health England, l’agenzia operativa del Ministero della salute britannico. Il suo intervento si intitola “Making smoking obsolete” e si concentrerà sulle politiche di lotta al fumo del suo governo, compreso il deciso sostegno alla sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno. Di snus aromatizzati e degli effetti sulla salute pubblica di un possibile divieto nel suo Paese parlerà, invece, il norvegese Karl. E. Lung, ricercatore senior dell’Istituto di salute pubblica della Norvegia. Si occuperanno di nicotina, della fama che circonda questa sostanza e della necessità di separarla dalla combustione Karl Fagerstrom della Fagerstrom Consulting e Dorothy Hatsukami, docente presso la facoltà di Psichiatria e scienze comportamentali dell’Università del Minnesota.
A concludere questa prima giornata una terza sessione di interventi, aperta da Kenneth Warner, docente emerito di salute pubblica alla School of Public Health dell’Università del Michigan. Warner parlerà delle potenzialità dell’impatto della e-cigarette sulle morti per fumo in termini di anni di vita guadagnati, sostenendo che il vaping potrebbe essere uno strumento fondamentale per il controllo del tabacco. Seguirà la relazione di Martin Jarvis, docente emerito di Psicologia della salute allo University College London, che solleverà forti dubbi sulla cosiddetta epidemia del vaping fra i giovani americani, tema già affrontati in un suo studio. L’intervento di Robin Mermelstein della University of Illinois verterà sull’importanza per i fumatori di superare velocemente la fase di uso duale, optando per un passaggio totale alla sigaretta elettronica. A concludere questa prima fitta giornata sarà il professore australiano Wayne Hall del National Centre for Youth Substance Use Research della Università of Queensland, che illustrerà la situazione dell’Australia, dove vige ancora il divieto di vendita delle sigarette elettroniche con nicotina. Ogni sessione sarà seguita da un momento di confronto con il pubblico. I lavori continueranno il 4 dicembre con ancora due sessioni di interventi di esperti.

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