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“Farò di tutto affinché l’Unione europea non metta al bando le sigarette elettroniche”

Parla l'eurodeputato Fiocchi in vista delle prossime revisioni delle Direttive competenti: "Non condivido che spesso la Commissione preferisca adottare approcci ideologici anzichè pragmatici e realistici".

L’Unione europea pare essere pronta a dichiarare guerra, mettendo al bando e vietando le sigarette elettroniche“. Parla così l’eurodeputato italiano Pietro Fiocchi ai microfoni di una radio locale della provincia di Lecco. Ormai da tempo l’onorevole eletto tra le file di Fratelli d’Italia sta portando avanti le istanze del vaping, anche in virtù delle nuove regolamentazioni che a breve potreberro ostacolarne la diffusione. “Un nuovo report atteso per la metà di aprile insiste sulla loro equiparazione alle sigarette tradizionali, ignorando che in molti Paesi le e-cig vengono utilizzate per smettere di fumare. Siamo in tempi  in cui bisognerebbe favorire la transizione e la graduale traslazione dal fumo della sigaretta tradizionale a quella elettronica per coloro che non riescono a smettere di fumare, offrendo loro un prodotto di oltre il 95% meno dannoso rispetto al fumo tradizionale. Mi sono  interessato e documentato a fondo, anche tramite l’ausilio di Anpvu, l’associazione italiana dei consumatori di sigarette elettroniche.

Pietro Fiocchi

Sono componente della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro, Beca, ed ho notato che nel Piano europeo non si è fatta differenza tra il fumo di tabacco combusto e il vapore derivante dall’impiego dell’e-cig, ponendoli sullo stesso piano. Non condivido che spesso la Commissione preferisca adottare approcci ideologici anzichè pragmatici e realistici. Tale approccio potrebbe impedire a milioni  di fumatori di smettere e quindi di esporli al rischio di cancro. Per questo mi batterò – conclude Fiocchi – per gli oltre milione di italiani che utilizzano le sigarette elettroniche nella piena consapevolezza dell’ausilio che ha il vaping nell’eliminazione graduale del tabagismo, dai relativi costi sociali e soprattutto di perdita di vite umane”.

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