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Le sigarette elettroniche hanno il potenziale per sconfiggere il fumo

Gary Chan, autore di una revisione sull'efficacia dell'e-cig, auspica che diventi terapia di prima linea contro il tabagismo.

Le sigarette elettroniche devono diventare una terapia di prima linea per smettere di fumare. A proporlo è il medico australiano Gary Chan, autore di una revisione di studi pubblicata questo mese, che confronta l’efficacia dell’e-cigarette e quella delle terapie riconosciute per la cessazione, come gomme, cerotti e spray alla nicotina, oltre che con strumenti placebo. Il lavoro porta il marchio della University of Queensland, in Australia, e del suo National Centre for Youth Substance Use Research di cui Chan fa parte. I risultati sono molto netti: le sigarette elettroniche sono più efficaci del 50% rispetto alle terapie sostitutive a base di nicotina e del 100% rispetto al placebo. Per questo la revisione ha avuto grande risonanza globale, andandosi ad aggiungere “alle sempre crescenti evidenze scientifiche – commenta l’autore – a sostegno dell’efficacia dell’uso della sigaretta elettronica per aiutare i fumatori a smettere”.
Già in occasione della presentazione dello studio, Chan aveva dichiarato di sperare che i risultati del suo studio servissero ad indirizzare meglio la politica sul vaping e sul fumo. Un commento non di circostanza in un Paese come l’Australia, dove il Ministro della salute Greg Hunt è uno strenuo oppositore del vaping e i liquidi con nicotina possono essere ottenuti solo con procedure molto complicate. In un’intervista a Health Times, l’autore va oltre, convinto che “le sigarette elettroniche abbiano il potenziale per accelerare la scomparsa del fumo”. E che questo potenziale debba essere usato.
Chan lamenta come i media si concentrino sui pericoli del vaping, mentre il tabacco continua a causare più morti di qualsiasi altro prodotto di consumo nella storia dell’umanità. “Gran parte del danno causato dalle sigarette non deriva dalla nicotina – spiega – ma dalle sostanze cancerogene dovute al processo di combustione”. Una nozione ben nota che però è il caso di ribadire in un periodo in cui le principali istituzioni sanitarie sembrano aver sostituito la lotta al fumo con quella alla nicotina. “Naturalmente le e-cigarette non sono innocue – continua Chan – ma sono molto meno dannose delle sigarette”.
Alla luce delle evidenze, che dimostrano la maggiore efficacia del vaping rispetto alle altre terapie per smettere di fumare, lo studioso chiede al Royal Australian College of General Practitioners (l’associazione dei medici di base) di rivalutare le sue raccomandazioni sul vaping. Attualmente l’associazione considera le sigarette elettroniche un trattamento di seconda linea per la cessazione del fumo, cioè da consigliare quando terapie farmacologiche tradizionali e supporto comportamentale abbiano fallito. Secondo Chan, alla luce dei risultati della revisione, l’e-cigarette dovrebbe diventare una terapia di prima linea.
L’autore sottolinea anche il controsenso della situazione australiana (e non solo) dove il tabacco è in vendita quasi ovunque, dai supermercati alle stazioni di servizio, mentre è molto più difficile acquistare le sigarette elettroniche. “Bisogna cambiare – conclude Chan – dobbiamo limitare l’accesso alle sigarette tradizionali e aumentare la disponibilità dei prodotti del vaping. Adesso stiamo facendo esattamente il contrario”.

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