Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Stöver: “Lo Scheer ha fallito, serve dibattito sulle sigarette elettroniche”

Il docente tedesco, tra i più attivi sostenitori del vaping, evidenzia che il comitato ignora gli studi scientifici sull'efficacia dell'e-cig per smettere di fumare.

Il rapporto del Scientific committee on health, environmental and emerging risks (Scheer) della Commissione europea ignora tutta la letteratura scientifica sui benefici della sigaretta elettronica per smettere di fumare e quindi non può fornire alcuna base per le decisioni della politica”. È Heino Stöver, uno dei più attivi sostenitori del vaping in Germania e docente presso l’Università di scienze applicate di Francoforte, a criticare con una lunga e articolata dichiarazione i risultati del parere pubblicato lo scorso 29 aprile. Come noto, il rapporto dello Scheer è richiesto in vista della revisione della Direttiva sui prodotti del tabacco (Tpd) e dovrebbe fornire una base per le decisioni future sulle e-cigarette.
È dunque molto preoccupante, nota Stöver, che il parere “paragoni i rischi per la salute dell’utilizzo di sigarette elettroniche solo a non fumare, mentre trascuri il ruolo del vaping nella cessazione del fumo e l’ enorme potenziale sanitario rispetto alle tradizionali sigarette”. Insomma, nel suo corposo rapporto lo Scheer non fa mai il paragone fra danni e rischi del vaping e del fumo, disconoscendo di fatto qualsiasi possibilità alla riduzione del danno da fumo. Ignora inoltre, sottolinea il docente tedesco, anche i risultati dell’Eurobarometro 2020, che dimostra come il 58% dei fumatori o ex fumatori europei utilizzi o abbia utilizzato le e-cig per smettere o ridurre il fumo. “Il punto di partenza dell’indagine – afferma Stöver – avrebbe quindi dovuto essere un confronto con le sigarette convenzionali”.
Non è andata così e, anzi, continua il docente, il documento è pervaso da “un atteggiamento negativo nei confronti degli ausili alternativi per smettere di fumare”. “È deplorevole – aggiunge Stöver – che i numerosi risultati e studi positivi relativi alla sigaretta elettronica non siano riconosciuti nelle 122 pagine del rapporto e che studi validi, come la recente Cochrane Review dell’Università di Oxford, siano dichiarati deboli senza una ragione apparente e vengano ignorati”.
Stöver giudica “incomprensibile” che il parere dello Scheer neghi l’utilità delle sigarette elettroniche per smettere di fumare, mentre la Commissione annuncia l’obiettivo di raggiugere un continente senza fumo entro il 2040 e invoca un dibattito aperto sul tema. Si dichiara disponibile a fornire il suo contributo, anche a livello politico, in qualità di direttore dell’Istituto per la ricerca sulle dipendenze presso l’Università di scienze applicate di Francoforte. E ce ne sarebbe davvero bisogno, perché, conclude Stöver “lo Scheer aveva il compito di svolgere un’indagine indipendente sull’argomento. Un obiettivo che, chiaramente, non è stato raggiunto”.

Articoli correlati