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Reca la data di ieri, 1 dicembre, la versione finale degli emendamenti di compromesso al rapporto dello Special Committee on Beating Cancer (Beca) del Parlamento europeo sul Piano europeo contro il cancro presentato lo scorso febbraio dalla Commissione europea. E, a giudicare dal documento che gira da ieri per i corridoi di Bruxelles, le sensazioni che si erano avute durante l’ultima discussione di Beca non erano errate. Veronique Trillet-Lenoir, la relatrice del testo, aveva sottolineato più volte la necessità di mediare fra posizioni molto diverse sulla sigaretta elettronica e gli altri prodotti di riduzione del danno da fumo. Dalle parole del tedesco Peter Liese, tradizionalmente fra i sostenitori del vaping, si era intuito che il tema più controverso era quello degli aromi, cioè i gusti diversi dal tabacco nei liquidi per sigarette elettroniche.
Il nuovo paragrafo 8 c, su cui i parlamentari saranno chiamati a votare, recita:
(La Commissione Beca, ndr) “invita la Commissione a proseguire le valutazioni scientifiche dei rischi per la salute legati alle sigarette elettroniche, ai prodotti del tabacco riscaldato e ai nuovi prodotti del tabacco, compresa la valutazione del rischio derivante dall’uso di tali prodotti rispetto al consumo di altri prodotti del tabacco e la redazione di un elenco di sostanze contenuti ed emessi da questi prodotti a livello europeo;
ritiene che le sigarette elettroniche potrebbero consentire ad alcuni fumatori di smettere progressivamente di fumare;
ritiene allo stesso tempo che le sigarette elettroniche non dovrebbero essere attraenti per i minori ei non fumatori; invita pertanto la Commissione a valutare, nel quadro della Direttiva sui prodotti del tabacco, quali aromi nelle sigarette elettroniche sono particolarmente attraenti per i minori e i non fumatori, e proporre il divieto di questi, nonché di tutti gli aromi caratteristici in prodotti del tabacco riscaldati e nuovi prodotti del tabacco;”.
Vi sono certamente alcuni aspetti positivi. Prima di tutto la richiesta di valutare i rischi dell’uso dei nuovi prodotti paragonandoli a quelli del tabacco. Una cosa che, per esempio, il Parere sulle sigarette elettroniche del Scientific committee on health, environmental and emerging risks (Scheer) non ha fatto per espresso volere della Commissione, paragonando quindi i rischi del loro utilizzo solo alla condizione di non fumatore. Positiva anche l’affermazione che le sigarette elettroniche possono aiutare i fumatori a smettere di fumare. Più complessa è, invece, l’ultima parte. Perché dopo aver affermato, giustamente, che i prodotti del vaping non devono attrarre minori e non fumatori, lascia alla Commissione il compito di valutare quali aromi siano particolarmente attraenti per loro e di proporre di vietarli.
Da una parte questo avvalora la tesi, tutt’altro che confermata, che siano gli aromi, o solo gli aromi, ad attirare minori e non fumatori. Dall’atra lascia un ampio margine discrezionale su quali siano questi gusti, con il pericolo che finiscano sotto la mannaia della Commissione tutti i sapori più piacevoli che sono, è bene ricordarlo, una delle chiavi del successo dell’e-cig fra i fumatori. Ad aggiungere indeterminatezza è poi la frase finale del paragrafo, in cui si lascia intravedere la possibilità di vietare “anche” (“as well as” nel testo originale in inglese) “tutti gli aromi caratteristici in prodotti del tabacco riscaldati e nuovi prodotti del tabacco”.
La riunione con il voto sugli emendamenti al rapporto si sarebbe dovuta tenere il 6 dicembre ma, è notizia di pochissimi minuti fa, è stata rimandata a giovedì 9 dicembre. Sarà l’ultimo incontro della Commissione speciale Beca, che finirà il suo mandato il 23 dicembre di questo anno.