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Sigarette elettroniche nei centri antifumo inglesi, una guida pratica

Il documento, pubblicato dal National Centre for Smoking Cessation and Training, vede un ruolo attivo anche per i negozi specializzati.

Sempre più inserita nelle strategie istituzionali anti fumo del Regno Unito, la sigaretta elettronica deve diventare lo strumento in più anche degli Stop smoking service, i centri antifumo attivissimi su tutto il territorio nazionale. A questo scopo è appena stata pubblicata una guida redatta dal National Centre for Smoking Cessation and Training (Ncsct), in collaborazione con il governativo Office for Health Improvement and Disparities. Il documento si intitola “Incorporating e-cigarettes into your Stop Smoking Service: making the case and addressing corcerns” ed ha tutto il carattere dell’ufficialità, essendo l’Ncstc l’ente preposto al sostegno degli interventi per la cessazione del fumo forniti dai centri a livello locale, oltre che al supporto del Servizio sanitario nazionale e delle autorità locali per programmi efficaci di controllo del tabacco basati e alla formazione e degli operatori sanitari in questo campo.
Lo scopo del documento, si legge, è proprio “aiutare i centri antifumo inglesi a mettere a disposizione dei propri utenti le sigarette elettroniche”, insistendo sulla necessità di utilizzare questi strumenti, insieme ai prodotti con licenza medica, dedicando una parte anche a sfatare preoccupazioni e disinformazione sul vaping. E, dopo la recente pubblicazione delle nuove linee guida del National Insitute for Health and Care Excellence (Nice) sul contrasto al tabacco, il ricorso al vaping negli Stop smoking service non può più essere lasciato alla discrezione dei singoli dirigenti locali, spesso volenterosi ma a volte vittime della disinformazione sul vaping e sulla riduzione del danno da fumo.
Perché i centri antifumo devono offrire le sigarette elettroniche? Perché, spiega il documento citando studi scientifici, sono due volte più efficaci per smettere di fumare degli altri prodotti con nicotina e costano un quinto. Poi perché sono il metodo più popolare per la cessazione, con circa 2,8 milioni di utilizzatori inglesi nel 2021. E l’efficacia dello strumento è dimostrata, ancora una volta con dati alla mano, dai risultati dei centri che le utilizzano. L’Ncstc ribadisce poi la sicurezza del vaping, ricordando che le e-cig sono estremamente meno dannose del tabacco combusto, e smentisce che possano introdurre al fumo o rinormalizzarlo.
La parte più consistente della guida è dedicata, ovviamente, ai consigli pratici su come i centri possano inserire le sigarette elettroniche e metterle a disposizione degli utenti. Colpisce che il centro preveda un ruolo attivo per negozianti specializzati che dal 2020 possono ottenere la certificazione di professionisti della cessazione dallo stesso Ncsct. I negozi specializzati possono rientrare in uno schema di buoni che il centro antifumo dà agli utenti, utilizzabili per ottenere una sigaretta elettronica nello shop. O, addirittura, può essere un negoziante o uno del suo staff a offrire la consulenza antifumo agli utenti. D’altronde, in pochi conoscono lo strumento come i rivenditori specializzati e in Inghilterra hanno capito che per sconfiggere il fumo, bisogna unire tutte le forze.

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